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10/5/2018
"Pur rimanendo costruttivi sui fondamentali del nostro outlook, il rischio di revisione al ribasso nei prossimi mesi, dovuto alle crescenti tensioni commerciali, ci rende più cauti sulle prospettive a breve termine per gli asset più rischiosi" questa la prospettiva di Stewart Robertson, senior economist di Aviva Investors per i mesi conclusivi dell'anno.
I favoriti rimangono, in maniera moderata, Stati Uniti, Europa e Giappone rispetto a Regno Unito e mercati emergenti.
L'economia mondiale dovrebbe registrare un ulteriore anno di crescita solida a poco meno del quattro per cento, simile a quanto visto nel 2017, anche se il quadro è un po' più disomogeneo tra paesi e regioni rispetto alla crescita diffusa dell’anno scorso.
Il ritmo di crescita di cui sopra ha portato a mercati del lavoro più rigidi, con salari finalmente in aumento in aree diverse dagli Stati Uniti. La forte crescita degli stipendi e il continuo aumento dell'occupazione sosterranno i consumi nelle principali economie e, grazie alla robusta redditività delle imprese e alle prospettive positive della domanda, gli investimenti aziendali dovrebbero continuare a migliorare nel corso del 2019.
Va da sè che un eventuale inasprimento delle controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina arriverebbe nel periodo peggiore, quello dell'inizio della normalizzazione da parte delle banche centrali.
"L'imposizione di sanzioni non è stata finora abbastanza ampia da incidere sul commercio internazionale, ma una loro estensione da parte degli USA e le ritorsioni cinesi – oppure ancora controversie commerciali più ampie che interessino altri paesi - si tradurrebbero in una previsione di crescita sostanzialmente inferiore, nonché in aspettative inflazionistiche moderatamente più elevate" conclude l'esperto di Aviva Investors.
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