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Senza "tocco umano" non è consulenza finanziaria

12/19/2018

Il 66% degli italiani si innervosisce all’idea di non poter parlare con un essere umano nel gestire i propri investimenti. Ecco i risultati di una recente survey di Legg Mason


Le app stanno per prendere il posto dei consulenti finanziari? Non così in fretta, anche se negli ultimi anni il mondo degli investimenti ha visto nascere un gran numero di strumenti digitali in grado di fornire servizi di pianificazione finanziaria automatizzata, senza supervisione umana. L'avanzata dell’automazione è, infatti, un trend che riguarda ormai quasi ogni aspetto della nostra vita. Ma siamo pronti ad affidare i nostri risparmi e le nostre scelte di investimento ad un algoritmo, per quanto sofisticato? Per ora è ancora la consulenza in "carne ed ossa" a vincere. Il 57% degli investitori italiani afferma di servirsi di un consulente finanziario per la maggior parte delle decisioni, e il consulente finanziario viene anche indicato come la fonte di informazioni più utilizzata (65%) per fare le proprie scelte di investimento.

I risultati emergono stando all'ultima Legg Mason Global Investment Survey 2018, un sondaggio globale realizzato da Legg Mason e svolto quest’anno in 17 paesi tra cui l'Italia. Lo scenario che emerge dalla survey è quello di una generale apertura alla tecnologia, ma senza dimenticare l’importanza dell’interazione umana. La maggioranza degli investitori italiani (60%), infatti, ritiene che il mondo degli investimenti debba sfruttare le possibilità offerte dall’innovazione tecnologica, e quasi la metà (47%) vorrebbero poter svolgere tutte le operazioni relative ai propri risparmi in una sola app mobile. "Agli investitori piacerebbe poter gestire i propri investimenti - si legge nel report Legg Mason - con la stessa semplicità e comodità con cui acquistano online o ascoltano musica in streaming".

Le nuove soluzioni tecnologiche hanno sicuramente dalla loro il vantaggio della facilità di utilizzo e dell’immediatezza, ma due investitori italiani su tre (67%) ritengono comunque che il "tocco umano" nel servizio al cliente non potrà mai essere sostituito dalla tecnologia. E all’incirca la stessa percentuale (66%) dichiara che rischierebbe di innervosirsi all’idea di non poter parlare con un essere umano nel gestire i propri investimenti. Insomma, quando si tratta dei propri risparmi, l’interazione umana ha ancora un ruolo essenziale.

"I servizi digitali per la pianificazione finanziaria si stanno evolvendo velocemente" commenta Matteo Lenardon (nella foto), deputy country head Italia di Legg Mason. "Ma il valore della competenza e dell’esperienza di un professionista umano continuerà ad essere importante. Per aiutare i clienti a raggiungere i loro obiettivi è essenziale tener conto di molti fattori, dall’orizzonte temporale al profilo di rischio dell’investitore, e in questo la tecnologia può integrare, ma non sostituire, l’interazione umana" conclude Lenardon.

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