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Fondi flessibili: perché sui bond sono troppo rischiosi

2/20/2019

Queste strategie spesso hanno allocazioni consistenti sui titoli high yield per aumentare i rendimenti


Dopo l'ultima crisi finanziaria alcuni investitori hanno cercato di ottenere un rendimento spostando le loro allocazioni obbligazionarie verso fondi obbligazionari più rischiosi o strategie fixed income flessibili. Le banche centrali di USA, Europa, Regno Unito e Giappone hanno avviato ampi programmi di allentamento quantitativo e hanno abbassato i tassi di interesse. "Le politiche espansive hanno portato a due risultati chiave per il mercato obbligazionario: un calo dei rendimenti e un restringimento degli spread sul credito. Entrambi i dati indicano che gli investitori stanno ottenendo una minore compensazione del rischio" spiega Kunal Mehta (nella foto), senior investment product specialist di Vanguard Europe, in un recente articolo. 

Mehta ricorda che quando si considera l’esposizione al reddito fisso, è fondamentale chiedersi se il portafoglio sia in grado di fornire una protezione adeguata dalla volatilità dei mercati azionari: i tassi a zero, infatti, hanno spinto gli investitori a cercare rendimenti e a esporsi a un maggiore rischio di credito, uscendo da asset class di più elevata qualità - investment grade - per spostarsi verso investimenti di minore qualità - high yield. "Alcuni investitori si sono spostati verso fondi obbligazionari flessibili al fine di affrontare uno scenario caratterizzato da incertezza in termini di tassi di interesse e volatilità. Questi fondi sono anche tipicamente caratterizzati da allocazioni consistenti sui titoli high yield per aumentare i rendimenti" prosegue Mehta.

Perché oggi questo è preoccupante? "Sebbene un certo livello di quantitative easing rimanga in vigore, la politica accomodante sta per finire. Nonostante l’economia globale continui a crescere, ci aspettiamo una normalizzazione dei tassi di interesse e un aumento della volatilità. Gli investitori che hanno spostato le loro posizioni obbligazionarie possono non essere consapevoli del maggiore rischio che stanno prendendo" sottolinea l'esperto.

Le obbligazioni high yield sono tipicamente caratterizzate da tassi di default maggiori rispetto alle obbligazioni investment grade ma, a causa del quantitative easing, i livelli di volatilità sono calati, causando la compressione degli spread su entrambi i segmenti. "Questo - aggiunge Mehta - ha probabilmente portato a un’inversione positiva di alcune misure di rischio, dando agli investitori una rappresentazione fuorviante del reale rischio sottostante il mercato degli high yield. Inoltre, poiché la normalizzazione della politica monetaria sta proseguendo, il rischio potrebbe anche tornare ai livelli storici e i tassi di default delle imprese potrebbero aumentare".

Il mercato globale degli high yield con rating BB ha dato ritorni pari al 12,5% nel 2016 e allo 8% nel 2017, mentre gli high yield con rating BBB, classificati come investment grade, ha offerto ritorni pari al 6,1% nel 2016 e al 5,4% nel 2017. Da quel momento, gli spread del credito hanno continuato a comprimersi e la ripresa del rendimento tra le obbligazioni con rating BBB e BB si è ridotta. "Gli investitori stanno assumendo ulteriore rischio senza essere ricompensati, come invece lo erano in precedenza in un contesto di mercato più incerto" conclude Mehta.

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