Tempo di lettura: 3min

Pechino cresce, l’Europa ne beneficia. Ecco perché

2/28/2019

Con il miglioramento delle condizioni creditizie, una ripresa dell’attività economica cinese, nel secondo semestre 2019, è più probabile


“Le misure monetarie e fiscali adottate dalle autorità cinesi per orchestrare un atterraggio morbido dell'economia e contrastare le pressioni create dalle dispute commerciali stanno iniziando a dare buoni frutti. Quali sono le conseguenze più ampie di queste misure?”. Questa è la domanda da cui parte l’analisi del team global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management. 


Uno sguardo ai fondamentali. Per gli esperti “il miglioramento delle condizioni di credito registrato a gennaio in Cina segnala che i benefici dei quattro tagli del coefficiente di riserva obbligatoria, attuati lo scorso anno per incoraggiare le banche a sostenere il settore privato, si stanno trasmettendo all'economia reale. Anche la crescita complessiva dei finanziamenti sociali, che comprendono tipologie di credito esterne al sistema bancario convenzionale, ha segnato un’accelerazione. Inoltre, Pechino ha dimostrato crescente disponibilità a intervenire sul fronte della finanza pubblica introducendo una serie di sgravi fiscali, a cui in futuro potrebbero seguire ulteriori misure di riduzione delle imposte. Anche in quest’area le ripercussioni stanno iniziando a farsi sentire sul resto dell’economia: le importazioni di materie prime sono sensibilmente aumentate e anche gli investimenti fissi dovrebbero segnare un rialzo. Le tensioni commerciali sono diminuite e le probabilità di un’estensione della tregua sui dazi che dovrebbe scadere il 1° marzo sono buone, ma le persistenti incertezze rischiano di pesare sul tenore futuro degli indicatori economici”.


“L’andamento degli indicatori cinesi – sottolineano gli economisti - è molto importante per l’economia europea, che a causa della forte esposizione all'export ha probabilmente risentito più di altre regioni della debolezza della Cina. In particolare, sarà necessario tenere d’occhio l’evoluzione a lungo termine delle esportazioni cinesi, il cui rialzo a gennaio è probabilmente imputabile all’anticipazione degli ordini in previsione dell’entrata in vigore delle tariffe doganali e che quindi, a febbraio, potrebbero segnare un rallentamento. Il miglioramento delle condizioni di credito in Cina segnala che gli impatti delle misure di allentamento monetario si stanno trasmettendo all'economia reale”.


Per quanto riguarda le valutazioni quantitative “la ripresa degli attivi più rischiosi è proseguita, anche se a ritmo più lento e il settore High Yield globale ha generato un rendimento totale dello 0,4%, mentre le obbligazioni in valuta locale dei Mercati Emergenti hanno registrato una crescita dello 0,3% nella settimana al 19 febbraio. Gran parte della brillante performance segnata da inizio anno è dovuta all'approccio più accomodante delle Banche Centrali, ma le probabilità di ulteriori misure di allentamento monetario nel resto dell’anno sono scarse. È tuttavia possibile che il rialzo di questi mercati sia sostenuto dai segnali che le iniziative di allentamento di Pechino stanno avendo successo nello stimolare l’economia interna. Tuttavia siamo consapevoli della veloce risalita dei mercati e riconosciamo che le valutazioni non sono più allettanti come alla fine dell’anno scorso”.


Anche i fattori tecnici hanno risentito dell’impatto delle misure di allentamento in Cina. Infatti “a gennaio le emissioni di obbligazioni speciali delle autorità governative locali sono ammontate complessivamente a 400 miliardi di Renminbi, rispetto a meno di 200 miliardi nei precedenti tre mesi. L'aumento dell’offerta di questi titoli, finalizzati principalmente a finanziare progetti infrastrutturali e di natura analoga, corrobora la previsione che gli investimenti fissi continueranno ad aumentare in futuro. I dati segnalano inoltre che sinora le autorità sono riuscite a tenere fede alla promessa di focalizzare gli interventi sulle grandi aziende e il settore delle infrastrutture, invece di favorire un aumento generalizzato del livello del debito in tutti i settori dell’economia nazionale”.


Che cosa significa per gli investitori obbligazionari? “Le misure di allentamento adottate da Pechino sono state graduali, ma nel complesso potrebbero esercitare un impatto sostanziale sull’andamento dell’economia interna e, di conseguenza, quella mondiale. Ciò nonostante, ci attendiamo un deterioramento dei dati macroeconomici nei prossimi mesi in quanto i dazi imposti nel 2018 continuano a pesare sulla fiducia e il comportamento di acquisto dei consumatori”.


“Ora che le condizioni creditizie sono migliorate, una ripresa sostenuta dell’attività economica nel secondo semestre del 2019 appare più probabile. L’Europa potrebbe essere uno dei maggiori beneficiari di questi sviluppi”, conclude il team di J.P. Morgan Asset Management.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?