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MiFID II e costi: la Consob bacchetta banche, SGR e SIM

3/1/2019

La Commissione richiama l'attenzione sul rispetto della nuova disciplina sulla trasparenza e quindi anche sull'invio della rendicontazioni ex post: è già stato tutto chiarito nelle Q&A dell'Esma


La Consob risponde picche alla richiesta delle associazioni degli intermediari di intercedere presso l'Esma, l'authority europea, affinché apra un tavolo di lavoro per fornire alcuni chiarimenti in merito all'informativa sui costi e sugli oneri prevista dalla MiFID II, entrata in vigore il 3 gennaio 2018. Le associazioni di SIM, SGR, banche e reti di consulenti finanziari avevano inviato una lettera in merito alla Consob i primi di febbraio, come rivelato da Plus24, e la risposta della Commissione arriva dunque dopo circa un mese. E suona come un "no". La Consob venerdì 1 marzo, infatti, ha pubblicato un richiamo all'attenzione degli intermediari sul rispetto della nuova disciplina MiFID II sulla trasparenza dei costi, sottolineando che la "MiFID II richiede un grado di trasparenza (disclosure) sia ex ante sia ex post più alto rispetto a quello previsto dalla normativa previgente". "L'obiettivo - prosegue la Consob - è di assicurare che gli investitori siano consapevoli di tutti i costi e degli oneri per la valutazione degli investimenti, anche in un'ottica di confronto fra servizi e strumenti finanziari".

L'authority ricorda che il suo compito è quello di vigilare sulla corretta applicazione della disciplina e che "gli intermediari, nell'ambito delle comunicazioni periodiche, devono informare la Consob sulle modalità adottate per conformarsi alla normativa e sugli esiti dei controlli svolti dalla funzione di compliance". Che la risposta della Commissione sia negativa, lo si capisce da questo punto: le associazioni del settore avevano chiesto ulteriori delucidazioni ed elencato una serie di questioni su cui speravano di avviare un dialogo con l'authority europea e andare, quindi, oltre alle semplici risposte fornite dai documenti Q&A dell'Esma. Ma nel richiamo (qui il testo) la Consob menziona, come fonte, proprio il “Questions & Answers on MiFID II and MiFIR investor protection topics” pubblicato il 16 aprile 2016 dall'Esma, sottolineando che nella Sezione 9 (“Information on costs and charges”) il documento dell'authority europea affronta proprio il tema dei costi.

Il testo Esma richiamato dalla Consob puntualizza che "qualora le informazioni sugli strumenti finanziari non siano pubblicamente disponibili, gli intermediari distributori dovrebbero mettersi nelle condizioni di ottenere i dati necessari dai produttori, laddove non siano essi stessi i manufacturer dello strumento". Non solo. Quando l'intermediario non riesce ad ottenere i dati dal produttore in tempo utile "dovrebbe prima di tutto valutare se può fornire informazioni adeguate al cliente sui costi e gli oneri dello strumento finanziario" e "se l'intermediario distributore ritiene di non essere in grado di ottenere informazioni sufficienti sui prodotti offerti per adempiere ai propri obblighi nel quadro della MiFID II, dovrebbe, nell'ambito delle proprie scelte di product governance, evitare di inserirli nella propria gamma prodotti".

Consob puntualizza, infine, che "le informazioni sui costi e gli oneri vanno altresì rendicontate ex post su base periodica almeno annuale" e che "nell’invio dei rendiconti periodici, gli intermediari si attengono alle previsioni che abbiano a tale scopo introdotto nella contrattualistica con la clientela e, in ogni caso, li trasmettono prima possibile a decorrere dalla maturazione del periodo di riferimento, come specificato anche dall’ESMA nelle proprie Q&A".  Quello che preoccupa gli intermediari è, infatti, la reazione che potrebbero avere i clienti di fronte all'esplicitazione in numeri assoluti di oneri e costi dei vari prodotti e servizi di investimento.

Tale rendicontazione era attesa nei primi mesi di quest'anno, ma banche, reti e SGR vorrebbero spostare l'invio più in là (comunque entro il 2019) e la lettera avrebbe dovuto servire a chiedere più tempo. Secondo quanto risulta ad AdvisorOnline.it, alcune reti stanno già testando l'invio della rendicontazione con un gruppo selezionato di clientela, non riscontrando, tra l'altro, particolari problemi con i clienti testati;  alcune banche e reti, inoltre, sarebbero pronte a inviare la rendicontazione a fine marzo. Stando alle norme, gli intermediari devono indicare nei contratti la periodicità delle comunicazioni ex post, almeno una l'anno

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