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Azionisti ESG: perché fanno bene anche alle imprese

3/13/2019

Se n'è parlato a un recente incontro organizzato da Robeco che ha visto la partecipazione dell'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini


Creare un beneficio sociale e ambientale senza sacrificare la performance è alla base dell'impact investing ed è uno degli approcci all'investimento sostenibile che si sta diffondendo sempre di più nell'ultimo decennio. Se n'è parlato a un recente incontro a Milano con gli investitori professionali organizzato da Robeco, che ha visto la partecipazione dell'ex ministro del Lavoro l'ex ministro del Lavoro (governo Letta) Enrico Giovannini, oggi portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Giovannini ha ricordato che il nostro paese sia in netto ritardo rispetto all'agenda 2030 e che la presenza di investitori ESG contribuisca a migliorare le pratiche di sostenibilità.

Giovannini ha illustrato qualche percentuale che fotografa la sensibilità delle imprese italiane alla finanza sostenibile: le società  che hanno il 46% degli investitori ESG presenti nell'azionariato presentano un comitato dedicato alla sostenibilità (o pre-esistente) contro il 24% delle società che non hanno investitori ESG. Le società con un azionariato allargato a investitori ESG sono anche più favorevoli al coinvolgimento degli stakeholder nel processo decisionale dell'impresa (il 27% dei casi rispetto al 23% delle società che non hanno investitori ESG) e presentano con una maggiore frequenza un piano di sostenibilità (23% rispetto al 17% delle società che non hanno investitori ESG). Tra gli obiettivi maggiormente citati, le imprese ricordano la salute e il benessere, l'energia pulita e accessibile, il lavoro dignitoso  e la lotta contro il cambiamento climatico.

Masja Zandbergen (nella foto), head of ESG Integration Robeco, ha ricordato che l'impact investing sta diventando sempre più popolare come uno dei tre approcci adottabili per gestire le tematiche ambientali, sociali e di governance dei portafogli. "Semplificando, significa investire in modo da avere un impatto socioeconomico chiaro senza trascurare i rendimenti finanziari. È un approccio particolarmente adatto per gli investitori che mirano espressamente ad avere un impatto positivo sulla società ed è basato sulla convinzione che questo sarà in grado di generare anche adeguati rendimenti dell’investimento. Proprio questo lo distingue dalla filantropia, e lo stesso vale per gli altri due approcci ESG, ossia l’integrazione e l’esclusione" ha sottolineato l'esperta.

"Una modalità comune di procedere è allineare gli investimenti ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delineati dalle Nazioni Unite, che spaziano dalla lotta alla povertà e alla fame nel mondo alla fornitura di energia pulita ed accessibile, dalle città e comunità sostenibili alle azioni per combattere il cambiamento climatico. Ci sono molti modi tramite i quali è possibile avere un impatto, come ad esempio gli investimenti incentrati intorno alla sostenibilità, il focus sugli SDG, l’attività di voto e di engagement per migliorare le pratiche societarie" ha concluso Zandbergen.

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