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Perché non aver paura della MiFID II

4/3/2019 | Luca Guerrasio

Se n'è parlato in un dibattito al Salone del Risparmio 2019 con il professor Paolo Legrenzi


Occorre veramente avere paura della MiFID II? E se si, quali sono gli operatori del mercato finanziario che più devono temere questa nuova norma? Si è cercato di rispondere a questi interrogativi durante il convegno, organizzato da Copernico SIM, “Perché non avere paura della MiFID II”. Protagonisti del dibattito il presidente di Copernico SIM Saverio Scelzo ed il prof. Paolo Legrenzi, dell'Università Ca' Foscari Venezia moderati dal giornalista Stefano Elli. Durante il dibattito si è partiti da due evidenze: la MiFID II, così come più volte sottolineato dalla Consob, rende tassativa la rendicontazione dei costi della consulenza finanziaria ma nessun operatore ha ancora adempiuto a questo obbligo.

Quali effetti avrà questa normativa sui clienti che in questo modo entreranno a conoscenza dei “reali” costi di gestione del proprio risparmio? Certamente ci si potrà interrogare, in maniera sempre più consapevole, sull’effettiva utilità del consulente finanziario. Partendo dal presupposto che parte del costo della consulenza spesso è “nascosto” nel prezzo del prodotto il prof. Legrenzi si domanda: “cosa farei se non avessi il consulente?, sarei in grado di gestire il mio portfolio o il mio patrimonio? Qual è il reale valore aggiunto che ricevo?” affermando che “non c’è consapevolezza della propria incapacità e incompetenza finanziaria”.

Il presidente Scelzo sottolinea che, purtroppo, “molti dei costi che il cliente deve sostenere sono sottaciuti” evidenziando un trend significativo: “l’industria ha investito in formazione ed in comunicazione ma non in qualità dei prodotti”. La finanza etica appare, quindi, un tema su cui soffermarsi ed il presidente Scelzo auspica “una finanza etica anche nella trasparenza, nella negoziazione e nella formazione commerciale”. Sarebbe auspicabile, per agevolare l’implementazione della MiFID II, un costo a parcella della consulenza? Secondo il presidente Scelzo emettere una parcella “obbligherebbe il consulente a fornire un reale valore aggiunto e sarebbe difficilmente comprensibile da parte del cliente”. La strada più semplice sarebbe quella di “rendere le commissioni chiare ed ovviamente dichiarate”

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