Un mercato difficile, crisi finanziarie e politiche, evoluzione continua di normative e regolamenti: questo il quadro degli ultimi anni, uno scenario complesso che non ha impedito però all’industria dei servizi finanziari di continuare a svilupparsi nel nostro Paese, consolidando il suo ruolo insostituibile a supporto della crescita economica e, perché no, sociale se riflettiamo anche sulla diffusione dei concetti di pianificazione finanziaria e di ciclo di vita.

 

La lettura dei dati, pubblicati periodicamente da Assoreti,  è la conferma empirica delle nostre considerazioni: il patrimonio  complessivamente affidato dai risparmiatori alle reti dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede a fine 2015 era di 433 miliardi di euro; oggi, a campione costante, ha raggiunto i 554 mld, con una crescita del 28 per cento; lo spaccato del dato racconta ancora che la componente di  gestito è aumentata di pari passo, passando dagli iniziali 317 mld agli attuali 395.

 

Se i numeri hanno un senso è la conferma quindi di un modello dinamico, che risponde alle esigenze di milioni di risparmiatori con soluzioni anche innovative, all’interno di un quadro ben definito, fatto di regole  e tutele consolidate. Un modello, non mi stancherò mai di ripeterlo, che non ha avuto bisogno delle direttive europee per mettere al centro il cliente, avendo puntato da sempre sulla necessità di andare nella direzione della consulenza. 

 

È noto altresì che la gran parte degli interventi di recepimento della direttiva comunitaria riguardanti il nostro settore siano stati assimilati prontamente e senza particolari scossoni essendo, per una volta, l’Italia stessa  esempio e riferimento per l’intera Europa quanto all’offerta fuori sede. Tanti sono gli asset  che concorrono a rendere vincente questo modello: un percorso d’accesso alla professione ormai consolidato, efficiente a tal punto che ha consentito ad Ocf di essere ritenuta adatta per svolgere anche la delicata funzione di vigilanza sugli iscritti e istituire le sezioni relative ai consulenti autonomi ed alle società di consulenza, sanando un vuoto che si protraeva ormai da dieci anni; una formazione ed un aggiornamento costante, che contribuiscono ad elevare il livello dell’offerta; l’innovazione tecnologica che consente certamente maggiore efficienza, ma soprattutto di rispondere prontamente alle nuove richieste di un mondo che si evolve a velocità esponenziale.

 

In buona sostanza, un modello dinamico che poggia su una struttura davvero forte, garantendo il risparmiatore da tutti i punti di vista. Anche contro i rischi che possono sempre presentarsi, rischi limitati e controllabili comunque per il sistema delle reti dei consulenti finanziari, mai rischi sistemici. Abbiamo costruito negli anni un delicato equilibrio tra le necessità dell’industria, il ruolo dei professionisti e la tutela dei nostri clienti, che significa certamente adeguatezza dei portafogli consigliati ma anche meccanismi chiari di responsabilità. 

 

In definitiva, è un modello che va preservato, a cui tutti gli attori debbono guardare con attenzione per dargli ancora più forza, lavorando in sinergia, evitando fughe verso ipotesi che potrebbero a far venir meno i principi di massima tutela del risparmiatore, requisito principale di un mercato efficiente. “Una garanzia per il consulente finanziario, una tutela per l’investitore”, è il claim della campagna di comunicazione di Ocf;  mutando i termini potremmo proporne una simile per il nostro modello dell’offerta fuori sede: “una garanzia per il mercato, una tutela per i risparmiatori”.

 

*consulente finanziario