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I gestori tedeschi di AllianzGI temono l'Italexit

6/14/2019

Si è parlato anche dei minibot alla conferenza europea dell'asset manager a Francoforte: è uno dei principali rischi geopolitici per i mercati assieme alla Brexit e a Trump


Si parla anche dell'Italia (male) alla conferenza di AllianzGI organizzata con la stampa finanziaria di settore a Francoforte sul Meno, la capitale finanziaria tedesca che ospita la sede della Banca centrale europea. Le vicende politiche del nostro paese sono considerate tra i rischi principali sul fronte goepolitico per i mercati finanziari, assieme alla Brexit e alla guerra commerciale sui dazi avviata dal presidente americano Trump contro la Cina. Dunque, l'Italia. Il paese è tornato sui radar dei gestori, dopo l'ok bipartisan alla Camera ai minibot, che il presidente dell'Eurotower Mario Draghi ha subito bollato come titoli di debito o valuta illegale. "I minibot sono una soluzione di breve termine per accontentare il proprio elettorato, ma non risolvono i problemi dell'Italia" taglia corto Neil Dwane (nella foto), global strategist di AllianzGI, perché vanno a incrementare il debito e minano la fiducia sul paese.

Dwane ha ricordato che la UE, sebbene abbia adottato negli scorsi anni una serie di riforme per prepararsi alla prossima crisi, deve comunque portarsi avanti per capire se le munizioni di cui si è dotata siano adeguate. Ecco, la crisi. Dwane ha detto che i rischi di una recessione negli USA sono aumentati e alcuni indicatori in deterioramento (debito delle società non finanziarie, produzione industriale, settore immobiliare commerciale e andamento della curva dei rendimenti) fanno pensare che il 2019 possa essere un anno simile a quelli visti prima del 2008. Parlando della caccia al rendimento nel reddito fisso, lo strategist ha suggerito di guardare oltre l'Europa. Dove? Negli USA, per esempio, con il Treasuries a 5 anni che rende il 2,7%, o in Asia nel segmento corporate high yield in dollari USA, in cui si possono trovare rendimenti che vanno dal 5 al 7%.

Ma torniamo all'Eurozona. Per Joerg de Vries - Hippen, capo investimento azionario Europa di AllianzGI (ed europeista convinto, per sua stessa ammissione), se l'euro dovesse fallire, come si augurano i movimenti populisti un po' in tutti i paesei europei, e se si tornasse alle valute nazionali, "il marco schizzerebbe in alto e la Germania perderebbe tutti i vantaggi che ha ottenuto con la moneta unica, mentre i rendimenti dei titoli di Stato italiani" ridenominati nella nuova lira "toccherebbero livelli inimmaginabili anche perché se l'Italia uscisse dall'euro, perderebbe la credibilità sui mercati". Non solo. Per il gestore il ritorno alla lira "ucciderebbe il Nord Italia che è una delle zone più produttive d'Europa" e viaggia oggi ai livelli delle aree alpine confinanti, come l'Austria e la Baviera.

Ingo Mainert, cio multi asset di AllianzGI, partecipando a una cena con la stampa finanziaria europea, ha ammesso di "essere piuttosto stupito che le agenzie di rating siano state fino a oggi così pazienti con l’Italia considerato il potenziale di crescita negativo del paese, e che si attende che le agenzie di rating rivedano le proprie valutazioni nel medio-termine. Secondo Mainert lo spread tra i Btp - Bund dovrebbe essere "più alto di quanto è oggi" e si mantiene basso "perché i mercati speculano sulla possibilità di nuove elezioni, seguite da una possibile coalizione tra la Lega e un partito più moderato, come Forza Italia, che potrebbe portare serenità nel breve termine".

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