Tempo di lettura: 4min

Ecco come gli Etf hanno ucciso i fondi attivi

6/21/2019

Gli esperti del settore si sono confrontati a un convegno organizzato a Milano da Vanguard e Bloomberg


L'utilizzo degli Etf è destinato ad aumentare in Italia, anche perché nel segmento wholesales si fa sempre più insistente una domanda: qual è il prezzo giusto per un prodotto a gestione attiva? Già, gli stock picker hanno deluso negli ultimi anni e non c'è neanche bisogno di ricordare la recentissima debacle di Neil Woodford nel Regno Unito o i clamorosi flop di noti gestori di hedge fund negli ultimi 10 anni. Se n'è parlato a un recente convegno organizzato da Vanguard assieme a Bloomberg a Milano, che ha visto sul palco alcuni dei principali top manager di banche, asset manager e provider di indici di Borsa. "Fino a tre anni fa ero scettica sull'utilizzo degli Etf per costruire i nostri portafogli, anche per i clienti di alta fascia difficilmente trovavo una giustificazione per inserire prodotti low cost. Poi mi sono ricreduta" ha ammesso Manuela D'Onofrio, cio e responsabile degli investimenti di UniCredit.

"Mi sono chiesta, infatti, se sia giusto pagare certe fee per i prodotti a gestione attiva se poi gran parte di questi gestori falliscono nel loro obiettivo, cioè fare meglio del mercato" ha aggiunto. È stata questa considerazione, ha ammesso D'Onofrio alla platea, principalmente di fund selector e gestori, a spingerla a inserire nei portafogli per la clientela private anche gli Etf. E il caso Unicredit non è isolato. Silvia Bosoni (Borsa oItaliana) ha detto che "ormai gli Etf, che a Piazza Affari hanno superato le 1.000 unità, sono utilizzati anche dai clienti istituzionali per esporsi ai bond governativi e che i flussi ormai sono trainati dal reddito fisso, che hanno attratto il 70% degli afflussi".

Il sucesso degli Etf nel reddito fisso è testimoniato anche da altri dati. Secondo gli analisti di Bloomberg gli Etf obbligazionari da inizio anno hanno registrato una raccolta netta di oltre 7,5 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi nei titoli governativi. E stando ai dati contenuti in un piccolo report di Vanguard distribuito all'incontro, gli Etf obbligazionari distribuiti negli USA sono passati da 348 miliardi a 652 miliardi di dollari negli ultimi tre anni, tanto che oggi il mercato nordamericano può contare su oltre 350 Etf sul reddito fisso, il 70% dei quali replica un indice.

Thomas Merz, responsabile per la distribuzione in Europa di Vanguard, ha sottolineato l'ampia diffusione degli Etf in tutte le fasce di clientela grazie alla sua "democraticità". "Gli Etf sono utilizzati addirittura oggi anche dalle banche centrali. Mentre alcuni strumenti finanziari, come gli swap o i futures, sono utilizzati solo dagli investitori più sofisticati, soprattutto dagli istituzionali, gli Etf sono strumenti facilmente impiegabili da tutti, dal cliente retail al fondo pensione, allo stesso prezzo e livello di efficienza" ha aggiunto Merz. Un veterano del settore in Italia, Emanuele Bellingeri, ex responsabile di iShares in Italia e da inizio anno passato a Credit Suisse Asset Management, dove ricopre la carica di country head, ha ricordato però che gli Etf oggi pesano solo per l'1% delle masse nel reddito fisso e che quindi "in questa asset class c'è molto spazio per crescere ulterioremente". "La pressione dei margini e le nuove norme di settore hanno spinto molti distributori a ridurre i costi delle proprie soluzioni e a inserire in portafoglio di fondi di fondi e Gpf gli Etf che sono prodotti efficienti, trasparenti e a basso costo" ha aggiunto Bellingeri.

Per Richard Flax, cio di MoneyFarm, gli Etf hanno originato "moltissime innovazioni in grado di rivoluzionare la possibilità di accesso agli investimenti per migliaia di persone". "Fino a qualche anno fa - ha aggiunto - per molti era complesso avere accesso al mercato obbligazionario non governativo, ancora di più se si voleva ottenere un’esposizione maggiormente diversificata al comparto. Grazie agli Etf il mercato del debito è diventato più accessibile e trasparente. Tra le conseguenze principali di questa rivoluzione, la semplicità con cui si può creare un portafoglio multi-asset".

L’innovazione, però, non è sempre sinonimo di sicurezza ed in questo senso la figura dell’intermediario diventa sempre più centrale. "È molto importante prestare attenzione al tema della liquidità del sottostante, in linea con il profilo rischio-rendimento e di obiettivo temporale del cliente ed è fondamentale valutare sempre il livello di liquidità adatto al cliente. Alcuni prodotti che vanno a coprire nicchie di mercato molto specifiche, pur offrendo grande flessibilità di gestione, non sempre garantiscono livelli di liquidità adeguati al profilo della base clienti" ha concluso Flax.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?