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6/28/2019 | Daniele Riosa
“Nel corso della riunione di giugno, la Federal Reserve degli Stati Uniti non ha variato i tassi d’interesse; nel sottolineare che le sue decisioni politiche si baseranno sui dati, ha però anche espresso la convinzione che una riduzione dei tassi sia sempre più vicina”. Sonal Desai, cio di Franklin Templeton fixed income group, illustra le sue riflessioni sul meeting appena passato e spiega perché la Fed potrebbe accentuare la futura volatilità del mercato.
L’analista spiega che “vincolato dall’anticipazione dei mercati finanziari secondo i quali interverranno tagli per 75 punti base (pb) ai tassi d’interesse, durante il Federal Open Market Committee di giugno Powell ha rafforzato i suoi toni accomodanti, agendo tuttavia con modalità che a mio avviso aumenteranno le incertezze sulla strategia della Fed e, di conseguenza, acuiranno probabilmente la volatilità del mercato. Dopo la riunione, Powell ha evidenziato le crescenti incertezze legate alle tensioni commerciali internazionali, denunciando il deterioramento del rischio nei mercati finanziari. Quest’ultima nota stride fortemente con le quotazioni record dei mercati azionari, che Powell è parso ignorare totalmente. Forse nell’intento di perorare future riduzioni dei tassi, Powell ne ha rimarcato l’importanza per i responsabili Fed al fine di ‘sostenere l’espansione’ a vantaggio dei consumatori statunitensi appartenenti a tutte le categorie socio-economiche”.
L’esperto si chiede “in che misura i tagli della Fed sosterrebbero l’espansione economica e non, piuttosto, un costante rialzo dei mercati finanziari e soprattutto degli attivi rischiosi. Nella parte dedicata alle domande e risposte con i media al termine della riunione, Powell ha attribuito il cambio di marcia odierno ai dati e agli eventi emersi nelle due settimane precedenti, ricordando che entro la prossima riunione di politica monetaria della Fed si renderanno ovviamente disponibili nuovi dati e nuove informazioni”.
“Tuttavia – conclude Desai - questo cambio costante di prospettive da parte della Fed sembra indurre inevitabilmente a nuove turbolenze, come quelle registrate alla fine dello scorso anno e di riflesso a una maggiore volatilità del mercato. Inoltre, contrasta con l’obiettivo dichiarato dalla Fed di reagire a chiare inversioni di tendenza e non a singoli dati e cambi di umore”.
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