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Emergenti in salute ma aumenta il rischio volatilità

12/9/2019 | Daniele Riosa

Grapengiesser di East Capital “Il renminbi cinese rappresenta il pericolo maggiore per questa area”


“Le prospettive dei mercati emergenti continuano ad essere positive. Non si registrano infatti gli eccessi delle precedenti crisi e, fatta eccezione per alcuni paesi tra cui Turchia, Argentina e Libano, tutte le principali nazioni stanno gestendo in maniera prudente i propri bilanci evitando eccessivi deficit delle partite correnti. Anche l’andamento delle economie sviluppate, che nonostante un rallentamento sembrano in grado di evitare una recessione, è di supporto per gli emergenti”. Questa è la previsione di Jacob Grapengiesser, partner & deputy cio di East Capital, che individua nel “renminbi cinese (RMB) è il rischio maggiore per i mercati emergenti. Anche se un deprezzamento inaspettato ed eccessivo non è uno scenario pianificato dalla Cina”.

“La valuta – prosegue - non è guidata dalle materie prime, non c'è un significativo disavanzo delle partite correnti e la competitività sottostante del settore delle esportazioni è forte. Ciononostante, un deprezzamento del 3-5% potrebbe avere un importante risvolto sulla competitività. Tuttavia, non ci aspettiamo un eccesso di volatilità su questo fronte, ma piuttosto un deprezzamento controllato, moderato e graduale. Un possibile scenario di rischio sarebbe il verificarsi di un forte deprezzamento del RMB e di un aumento del prezzo del dollaro, ma nessuno dei due scenari è probabile che si verifichi. L'economia cinese è in buona salute, mentre l'economia USA si muove in parallelo, con il rincorso dei mercati emergenti. La maggior parte di quest’ultimi sono in una posizione solida grazie alla bassa probabilità del verificarsi di una riduzione dei prezzi del petrolio”.

Per quanto riguarda le tensioni politiche, “dobbiamo accettare l'idea che vivremo con un alto livello di rischio politico. Anche se le turbolenze politiche non devono essere considerata uno strumento valido per orientarsi sul mercato. Dal punto di vista geografico, l'Europa centro-orientale e la Russia, dovrebbero offrire opportunità interessanti, fintanto che i prezzi del petrolio si muovono in parallelo. La Turchia è ancora in difficoltà e potrà essere caratterizzata da incertezze future”.

“L’asset class emergente – rileva l’analista . è sempre più complessa: negli ultimi 10-15 anni sono stati caratterizzati da forti oscillazioni. L’importante ruolo delle materie prime per i mercati emergenti risultava in un andamento al rialzo o al ribasso in base all’aumento o alla diminuzione dei prezzi del petrolio o dei metalli”. 

“La maggior parte dei paesi era abituata ad avere un elevato deficit delle partite correnti in aggiunta ad alti livelli di indebitamento. Alcuni Paesi sono andati in default nei momenti difficili, facendo emergere il rischio di volatilità”, conclude Grapengiesser.

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