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ConsulenTia 2020, ecco la ricetta per attrarre i giovani

2/6/2020 | Daniele Riosa

Bisogna fare sistema, lavorare sull’aspetto reputazionale e servono incentivi fiscali all’avviamento professionale. Sono le priorità di cui si è parlato nel corso della tavola rotonda “Il ricambio generazionale nella professione di consulente finanziario” cui hanno partecipato Bufi (Anasf) e Tofanelli (Assoreti)


Il 47,5 % dei consulenti finanziari ha un’età compresa tra i 50 e i 65 anni, il 34% tra i 40 e i 49 anni. Basterebbero i dati di OCF per considerare il lavoro del consulente come appannaggio dei soli “vecchi”. Gli ultimi 4 anni, però, segnano un’inversione di marcia visto che l’età media dei nuovi agenti iscritti è di 42 anni (il 21 per cento ha meno di 30 anni), mentre quella dei dipendenti è di 46 anni. Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso dell’evento “Il ricambio generazionale nella professione di consulente finanziario”, svoltosi nell’ultima giornata di ConsulenTia 2020.

Hanno partecipato alla tavola rotonda moderata da Jole Saggese, caporedattore Class CNBC, Andrea Barchiesi, founder e ceo di Reputation Manager, Maurizio Bufi, presidente Anasf, Michele Antonio Fino, professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – Bra, Marco Gay, amministratore delegato Digital Magics, Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti e Gianfranco Torriero, vice direttore generale ABI. 

I relatori si sono concentrati sull’aspetto reputazionale della professione. Barchiesi di Reputation Manager ha messo in evidenza come “ci sia un problema di percezione negativa della professione da parte della gente comune. Per ribaltare questa situazione andrebbero divulgati i valori su cui è fondata la professione e non solo i risultati economici”.

Anche per il presidente di Anasf Bufi “il concetto di reputazione si declina con meno mercati e più valori. Sono gli atteggiamenti e la trasparenza a dover far aumentare la nostra reputazione. Dobbiamo anche lavorare cercando di diffondere la nostra peculiarità puntando sul servizio offerto più che sul mercato. Abbiamo bisogno di veicolare un’immagine positiva della professione facendo sistema perché da soli non ce la facciamo. Lanciamo insieme un progetto, un contest, con le altre associazioni di rappresentanza e le aziende e premiamo la sceneggiatura migliore per veicolare i valori della nostra professione. Da questo punto di vista ci potrebbe aiutare il cinema o una fiction tematica. Ovvero testimonial e divulgatori dei valori di questa professione”.

Tofanelli di Assoreti, pur considerando l’aspetto reputazionale importante, evidenzia come “sia un settore dove emergere è difficile, in fondo siamo alla stregua dei piccoli imprenditori. Fondamentale quindi in questo senso è l’aspetto motivazionale”. Per il segretario generale di Assoreti è anche “necessario concentrarsi sulla consulenza patrimoniale e sulle tematiche ESG. Queste ultime sono decisive per attrarre i giovani sempre più sensibili all’argomento”. E non da ultimo chiede “di mettere a punto iniziative volte all’avviamento della professione, magari ipotizzando incentivi fiscali”.

L’evento ha visto anche la consegna di due borse di studio intitolate ad Aldo Varenna per iniziativa di JP Morgan Asset Mangement e Ansaf. Sicuramente un modo per guardare concretamente ai giovani.

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