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CF, stress test per misurare il rischio “povertà” dei clienti

4/9/2020

Un’analisi dei ricercatori della Banca d’Italia rivela la percentuale di italiani più esposti al rischio economico. E offre un metodo per monitorare lo stato di salute finanziario delle famiglie.


“Alla luce degli eventi straordinari che stanno colpendo le economie avanzate, è utile valutare la resilienza delle famiglie europee allo shock prodotto dalla diffusione dell’epidemia concentrandosi sulla “povertà di ricchezza”, con cui si cerca di cogliere l’esposizione al rischio di non riuscire a mantenere standard di vita accettabili nel caso in cui il reddito improvvisamente si azzeri”. Ad affermarlo i ricercatori della Banca d’Italia che in un articolo dedicato agli effetti economici della crisi del Coronavirus, hanno spiegato come calcolare l’eventuale “povertà di ricchezza” di una famiglia, ovvero il rischio che i risparmi accumulati non siano sufficienti per mantenere i livelli minimi socialmente definiti dalla linea di povertà per un certo periodo di tempo.

 

“Il benessere materiale” scrivono gli esperti della Banca d’Italia “dipende da tutte le risorse economiche a cui una famiglia può attingere per soddisfare le sue esigenze, siano esse attese o inattese”. Un aiuto a riguardo arriva dai dati recenti dell’ultima edizione dell’Indagine armonizzata europea sui bilanci delle famiglie riferita al 2016 (Household Finance and Consumption Survey, HFCS; HFCN, 2020), coordinata dalla Banca centrale europea, che "consentono di valutare la capacità delle famiglie di resistere a shock negativi, offrendo elementi utili al disegno di misure assistenziali e di sostegno al reddito”. 

 

Ma come si misura il rischio “povertà di ricchezza” in concreto? Innanzitutto è necessario scegliere la durata del periodo durante il quale si registra l’ipotizzata caduta del reddito e le attività a cui le famiglie possono attingere in caso di bisogno. E oggi l'unico riferimento concreto è il caso cinese. Per questo, secondo i ricercatori “è ragionevole presumere che in Europa le misure saranno in vigore almeno quanto in Cina e pertanto fissiamo il periodo in un trimestre”.

 

Cosa accadrà alle famiglie italiane se quindi questa situazione di restrizioni si protrarrà per tre mesi (ovvero fino a fine maggio, ndr)? Per saperlo dobbiamo considerare principalmente due variabili (più facili da raccogliere rispetto ad altre): la fonte di reddito e l’abitazione. “I redditi da trasferimenti, come le pensioni, sono senz’altro isolati dalle ricadute occupazionali; per contro, i lavoratori autonomi sono presumibilmente più esposti di quelli alle dipendenze perché difficilmente hanno accesso a strumenti assicurativi contro la mancanza di lavoro; tra i lavoratori alle dipendenze è infine presumibile che quelli con contratti a termine fatichino di più a raggiungere i requisiti minimi per l’accesso ai sussidi di disoccupazione. Allo stesso modo, è presumibile che nell’immediato, a parità di risorse economiche, le pressioni finanziarie siano maggiori per le famiglie che non possiedono l’abitazione di residenza” spiegano i ricercatori della Banca d’Italia.

 

Per quanto riguarda la prima variabile in Italia la percentuale di famiglie che corre un rischio povertà è pari al 17%, mentre le famiglie più esposte a causa della condizione abitativa (affitto vs casa di proprietà) è pari a circa il 20%.

 

"Le famiglie appartenenti ai gruppi appena introdotti, pur caratterizzate per motivi diversi da maggiore e minore vulnerabilità, dispongono potenzialmente di molteplici fonti di reddito” spiegano gli esperti. “Ad esempio, se oltre al reddito da lavoro autonomo del maggior percettore la famiglia dispone di un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato o da pensione la caduta del reddito familiare potenzialmente derivante dalle ripercussioni delle misure di contenimento è minore di quella che essa registrerebbe se anche l’altro percettore derivasse reddito da lavoro autonomo”.

 

“Queste prime evidenze sono chiaramente delle grossolane approssimazioni che intendono catturare l’ampiezza delle ricadute per le famiglie meno in grado di fare autonomamente fronte al periodo di lockdown necessario ad arginare la diffusione del contagio” concludono i ricercatori della Banca d’Italia. “Tuttavia, esse suggeriscono che, ancorché per ragioni diverse, la diffusa sospensione dell’attività economica causata dalle misure di contenimento adottate pressoché ovunque nel mondo inciderà significativamente sulla capacità delle famiglie europee di fare fronte autonomamente alle proprie esigenze economiche nelle settimane a venire”. 

 

Sicuramente per tutti i consulenti finanziari, al netto delle valutazioni dei singoli portafogli, può essere utile partire da queste due grandi variabili (fonte di reddito primario e situazione abitatitva) per realizzare un primo stress test su un eventuale “lockdown” lungo tre mesi.

 

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