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Chi crede nel rialzo dei mercati?

5/22/2020

Il rally azionario degli ultimi due mesi è stato uno dei più intensi della storia, ma anche il meno partecipato. L’analisi di GAM


Di norma, i lunghi rally azionari sono accompagnati da condizioni di euforia di mercato e alta esposizione da parte degli attori coinvolti. Gli ultimi due mesi hanno visto il recupero più intenso e veloce della storia, ma in quanti hanno realmente partecipato al rialzo? Come spiega Antonio Anniballe, gestore del team multi asset Italia di GAM (Italia) SGR, analizzando i dati emerge che questo è stato finora il rally meno “praticato” della storia.

 

Se ci si sofferma sui fondamentali i mercati in questo momento sembrano scontare un’ipotesi di ripresa a “V” e appaiono cari, considerato che il contesto è caratterizzato da grande incertezza riguardo a tempi e modalità di contenimento del virus e i dati macroeconomici sono i peggiori dal secondo Dopoguerra. D’altro canto, come spiega Anniballe, l’analisi di mercato non può limitarsi ai soli fondamentali. Lo studio dei cosiddetti fattori tecnici aiuta ad ottenere ulteriori informazioni, come ad esempio la struttura del mercato, il posizionamento di hedge fund e fondi quantitativi e, più in generale, il grado di “avversione al rischio” degli operatori.

 

Ebbene, sotto questo profilo il quadro che emerge fornisce indicazioni inattese: l’analisi mensile di Bank of America Merrill Lynch tra i gestori di fondi ad esempio, conferma ancora alti livelli di liquidità nei portafogli, con i timori dei gestori concentrati soprattutto sulla velocità di uscita dalla crisi, che ci si attende molto lenta. Alla stessa conclusione arriva Goldman Sachs, il cui indice di propensione al rischio (GSRAI) è ancora su livelli compatibili con un’ulteriore salita del mercato. Il gestore di GAM evidenzia poi che il posizionamento degli hedge fund su tutte le principali strategie risulta essere ancora molto contenuto, in termini esposi­zione e beta; medesimo comportamento per i fondi azionari, che solo nell’ultimo mese hanno iniziato a registrare flussi in ingresso.

 

I fattori tecnici, in altre parole, non fanno presagire un’imminente interruzione del movimento, anche se sarà decisivo nelle prossime settimane il moni­toraggio di questi parametri e dei flussi in ingresso sull’azionario” conclude Anniballe. “In presenza dei fondamentali descritti all’inizio, ovvero di persistente debolezza del quadro macro, un posizionamento più spinto da parte degli investitori potrebbe creare condizioni di estrema vulnerabilità”.

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