La pandemia del Covid-19 ha avuto un enorme impatto sull’economia reale nel primo semestre, in Italia così come nel resto del mondo.  L’Area Studi Mediobanca ne ha analizzato in particolare gli effetti sulla capitalizzazione in Borsa delle società del FTSE MIB (servizi e industria) e sui dati finanziari.

 

Secondo la ricerca, nei primi sei mesi del 2020 a Piazza Affari sono stati bruciati 42 miliardi di euro (-11,2% da inizio anno) a causa della pesante perdita del primo trimestre (-86 miliardi, -22,9%). La ripresa, però, almeno in Borsa, è già iniziata, come dimostrano i dati del secondo trimestre, che ha registrato una crescita di 44 miliardi di euro, +15,1%.  A fine giugno le società di servizi industriali e di servizi del FTSE MIB valgono in Borsa 335 miliardi di euro e rappresentano il 76% della capitalizzazione totale (escluse banche e assicurazioni).

 

A livello settoriale, solo le aziende energetiche/utilities hanno ottenuto un incremento del valore in Borsa (+2,5%), mentre la maglia nera va al settore petrolifero che registra la contrazione maggiore (-38,9%). In calo anche la manifattura (-10,8%) e i servizi (-18,5%).

 

Le aziende più resilienti alla crisi, che hanno messo a segno performance in Borsa a doppia cifra nel primo semestre, sono sette: DiaSorin (+45,9%), Recordati (+17,9%) e STM (+10,4%), Enel (+8,4%), INWIT (+8,2%), Ferrari (+7,2%) e Terna (+2,7%). Tutti gli altri titoli del FTSE MIB hanno chiuso il primo semestre 2020 in rosso.

 

Per quanto riguarda i dati finanziari, la ricerca evidenzia che rispetto al primo semestre del 2019, le società analizzate hanno perso complessivamente ricavi per oltre 50 miliardi di euro (-25,3%). Tra i settori, l’energetico/utilities ha registrato il minor calo (-14,9%), mentre il petrolifero con Eni (-40,4%) e la manifattura (-26,0%) riportano le maggiori perdite di fatturato. Quest’ultima paga il tributo più pesante alla pandemia, con il calo peggiore dell’ultimo trentennio.

 

Solo tre società manifatturiere del FTSE MIB hanno registrato un aumento del fatturato nel primo semestre 2020: DiaSorin (+8,6%), Recordati (+2,3%) e STM (+1,9%), e sono le stesse che hanno registrato miglioramenti della performance in Borsa a doppia cifra, il che conferma la maggiore

resilienza dei settori elettronico e farmaceutico.

 

Nel primo semestre le società del FTSE MIB hanno perso quasi 18 miliardi di euro di profitti e chiuso il semestre in rosso (net profit margin in calo di -10,2 p.p, sul semestre 2019). Si segnala un incremento del risultato netto del primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 solo per: Buzzi (+60,7%, influenzato da plusvalenze su cessioni), Telecom (+23,0%, determinato in massima parte dalla plusvalenza sulla cessione, in due riprese, del 26,8% di INWIT), Recordati (+13,2%), DiaSorin (+13,1%), INWIT (+4,3%) e Terna (+3,0%).

 

Per quanto riguarda la struttura finanziaria si evidenzia un deterioramento per tutti i settori, come risultato dell’incremento dell’indebitamento (+9,7%) e della contrazione dei mezzi propri (-8,1%). Ancora una volta, la manifattura registra il deterioramento peggiore (+21,2 p.p. il rapporto debiti finanziari/capitale netto a/a).

 

Il mercato italiano dei servizi digitali ha chiuso il 2019 in crescita del +2,1% e si stima un incremento del +3,7% per il 2020. Digital e robotica, evidenzia ancora l’Area Studi Mediobanca, “rappresentano una prospettiva di sviluppo per quelle aziende che riusciranno a internalizzarli nei propri business model acquisendo un vantaggio competitivo decisivo e distintivo in termini di servizio al cliente, emancipazione dalle catene di fornitura ed efficientamento produttivo”.