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Cliente e CF, amici ma non troppo. La riflessione di Paolo Martini

9/12/2022 | Daniele Riosa

L’a.d. e d.g. di Azimut Holding, nel suo ultimo post su LinkedIn spiega che “avendo avuto la fortuna di incontrare nella mia storia professionale almeno 6mila tra consulenti e private banker, ho visto che ci sono due macro scuole di pensiero”


“Il cliente è il tuo miglior amico?” Questa è la domanda da cui parte l’ultimo post pubblicato su LinkedIn da Paolo Martini, amministratore delegato e direttore generale di Azimut Holding.

“Oggi - risponde Martini - vorrei toccare un tema a lungo dibattuto sui libri, sui social e nei convegni. Avere come cliente un amico è corretto o si crea una pericolosa distorsione dannosa per entrambi? Il Consulente che sentendosi emotivamente coinvolto non riesce a gestire al meglio la relazione e il cliente a cui, alle volte, manca il coraggio di dire quello che pensa proprio per non rovinare un’amicizia magari pluridecennale. Non esiste naturalmente una risposta giusta o sbagliata. Avendo avuto la fortuna di incontrare nella mia storia professionale almeno 6000 tra consulenti e private banker, ho visto che ci sono due macro scuole di pensiero. La prima che racconta che tutti gli amici devono diventare clienti perché offrendo valore aggiunto è corretto che chi ci sta vicino ne tragga beneficio e la seconda che, invece, sottolinea la necessità di non mischiare troppo (zero è impossibile) la vita privata e con quella professionale”.

Martini sottolinea che “la prima scuola di pensiero, soprattutto oggi dove grazie al mondo dei social e alla tecnologia è più facile restare in contatto, è quella prevalente perché la fiducia, come sappiamo bene, è alla base del rapporto Consulente-Cliente. Quindi si opta spesso per creare un forte legame tra vita professionale e vita privata in cui gli amici diventano i primi clienti e i primi sponsor (se il professionista merita fiducia). Si mette in conto di dover gestire alcuni momenti relazionali difficili magari dettati da mercati sfavorevoli ma è un prezzo che entrambe le parti accettano di pagare perché alla fine ne vale davvero la pena”.

“Voi cosa ne pensate? Da che parte state? Mi piacerebbe sapere il vostro parere”, conclude l’a.d.e d.g. di Azimut Holding.

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