“Questo mondo è stato finora prettamente maschile, ma sta cambiando. Questo perché sta evolvendo la nostra professione, sempre più incentrata sui servizi di global advisory, sulla proposizione di soluzioni e strategie in risposta a bisogni ed obiettivi. E noi donne facciamo la differenza perché siamo brave nell’ascolto attivo e nella cura del dettaglio”. Lo spiega Barbara Strapazzini, district manager di Ancona e Pesaro di Banca Widiba, con un’intervista ad AdvisorOnline. E sugli obiettivi di reclutamento dice: “L’intento è quello di inserire in squadra otto nuove risorse entro il 2025, di cui almeno 2 nel 2023”.

Quali sono gli obiettivi della squadra da lei guidata in termini di raccolta, reclutamento e potenziamento del servizio?
“Guido da due anni una squadra composta da otto consulenti che operano sui territori di Pesaro e Ancona e, grazie all’impegno e alla perseveranza di tutti, chiuderemo questo anno complesso con una raccolta in forte crescita. In questi ultimi dodici mesi, sono entrati a far parte del team due nuovi colleghi: Rita Corraducci, professionista del settore con esperienza più che ventennale maturata come dipendente all’interno di un importante gruppo bancario e, più recentemente, Francesco Pesaro, un giovane di grande talento, laureato con lode in ambito Economico Finanziario, che ha scelto con coraggio e lungimiranza di intraprendere questa magnifica professione. Fatte queste premesse, che raccontano chi siamo oggi, l’obiettivo è quello di raddoppiare le nostre masse in gestione entro i prossimi tre anni attraverso due direttrici”.

Quali?
“La principale è quella del reclutamento: Banca Widiba punterà sempre di più sul reclutamento e noi faremo la nostra parte. L’intento è quello di inserire in squadra otto nuove risorse entro il 2025, di cui almeno 2 nel 2023. La seconda direttrice è quella della crescita dei consulenti già in squadra: sono profondamente convinta che, nei prossimi anni, il successo in questa professione passerà attraverso lo sviluppo e l’acquisizione di sempre maggiori competenze e capacità di offrire un servizio di eccellenza ai propri clienti. L’obiettivo è quello di crescere attraverso il confronto continuo e con le best practice, il lavoro in team e tantissima formazione calata su ogni singola persona”.

In che modo ritiene possibile favorire l’entrata delle consulenti donne in un mondo prettamente maschile?
“Questo mondo è stato finora prettamente maschile, ma sta cambiando. Questo perché sta evolvendo la nostra professione, sempre più incentrata sui servizi di global advisory, sulla proposizione di soluzioni e strategie in risposta a bisogni ed obiettivi. E noi donne facciamo la differenza perché siamo brave nell’ascolto attivo e nella cura del dettaglio. Ci sono tante ottime consulenti che operano in ambito bancario con inquadramento da dipendente: vanno aiutate a prendere fiducia nelle loro enormi potenzialità e affiancate in un percorso di consapevolezza e di scoperta del nostro mondo, a partire dagli innumerevoli vantaggi in termini di qualità della vita che la libera professione offre, sgombrando il terreno da timori e pregiudizi. Oggi nella mia squadra la componente femminile si attesta a quasi il 40%: direi che è un’ottima base di partenza dalla quale si può certamente continuare a crescere”.