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Magnani spiega le analogie tra educazione alimentare e finanziaria

12/23/2022 | Daniele Riosa

Il coordinatore strategico dell'area wealth management del gruppo Credem, spiega che “entrambe servono a renderci consapevoli, a proteggerci e a farci raggiungere uno stato di benessere”


Paolo Magnani, coordinatore strategico dell'area wealth management del gruppo Credem, attraverso il suo profilo LinkedIn, trova e spiega le analogie tra l’educazione alimentare e quella finanziaria.

Magani comincia così il suo post: “Per un discorso si può scegliere la natura, ma ciò non cambia la natura del discorso. L’altro giorno ho ricevuto una telefonata da mia sorella. ‘Paolo, faremo una passeggiata nei monti sopra Reggio dove siamo cresciuti. Puoi farci da guida?’ All’inizio ero scettico. Quando per molto tempo vestiamo i panni della nostra figura professionale rischiamo di confonderci totalmente con essa. Ma non siamo solo il lavoro che facciamo. Ho accettato, ho spogliato il Paolo di sempre e ho vestito i panni della guida turistica improvvisata durante una bellissima passeggiata. Ho parlato dei luoghi in cui sono cresciuto, dell’ottimo cibo locale e di quanto faccia bene alla salute fare attività fisica all’aria aperta. Ci siamo ritrovati a considerare quanto l’educazione alimentare sia importante e di quanto da essa dipenda il nostro benessere. Conoscere il nostro corpo significa vivere al massimo e sapere come proteggerlo, come prendercene cura”.

"In quel momento - scrive il direttore centrale del gruppo Credem - ho realizzato che in fondo l’educazione alimentare non è poi così distante dall’educazione finanziaria. Entrambe servono a renderci consapevoli, a proteggerci e a farci raggiungere uno stato di benessere. Ci vogliono impegno e costanza per prenderci cura di noi perché i risultati si vedono a lungo termine mentre non farlo ci appaga nel breve, così come ci vuole impegno e costanza per imparare ad investire e occuparsi consapevolmente delle proprie finanze. A volte è più semplice fare finta che il problema non esista, che non abbia un impatto sulle nostre vite. In quel momento ho capito che in realtà non mi ero mai spogliato dei miei abiti professionali e che i ‘vestiti’ diventano una parte di noi una volta che li abbiamo integrati. In quel momento ero Paolo il professionista, il bambino che era cresciuto nei monti e allo stesso tempo una guida per le persone che passeggiavano con me”.

“Cambiare sentiero, nella vita, magari non aiuta a ‘trovare se stessi’. Ma ci concede una bellissima possibilità: quella di provare nuovi abiti, senza lasciare quelli vecchi”, conclude Magnani.

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