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Commissioni, anche la Francia si schiera contro il divieto

2/23/2023 | Redazione Advisor

Emmanuel Moulin, direttore generale del Tesoro: “Qualsiasi misura che metta a rischio l’accesso alla consulenza sugli investimenti sarebbe contraria all’obiettivo di migliorare la partecipazione degli investitori al dettaglio ai mercati dei capitali”


Si allarga il numero dei Paesi europei che si schierano contro il divieto di inducement. Ovvero sulle commissioni che vengono retrocesse dai produttori di uno strumento finanziario (per esempio i fondi) ai distributori che fanno anche la consulenza (come le banche). Dopo la Germania e l’Austria, anche la Francia si schiera contro lo stop. Ora la palla passa alla Commissione Europea che prenderà in esame la questione il 5 aprile. 

Come si legge su assinews.it, la dichiarazione ufficiale di Parigi è stata rilasciata martedì 14 febbraio in occasione della riunione mensile del Consiglio Ecofin, l’organo dell’UE che riunisce i ministri delle finanze e dell’economia degli Stati membri. Nel suo intervento, Emmanuel Moulin, direttore generale del Tesoro francese, ha ricordato che “qualsiasi misura che metta a rischio l’accesso alla consulenza sugli investimenti sarebbe contraria all’obiettivo di migliorare la partecipazione degli investitori al dettaglio ai mercati dei capitali, in particolare qualsiasi misura che rimetta in discussione l’attuale equilibrio“. E ha aggiunto: “In queste circostanze, siamo contrari a qualsiasi proposta di divieto di retrocessione. Siamo favorevoli alla trasparenza, ma il divieto generale di retrocessioni proposto dalla Commissione rischierebbe di compromettere questi obiettivi. Invitiamo pertanto la Commissione a esplorare approcci alternativi”.

II ministro delle finanze austriaco Magnus Brunner nei giorni scorsi aveva scritto alla commissaria Mairead McGuinness sottolineando che “un divieto comporta il rischio che gli investitori al dettaglio non siano più in grado di accedere a servizi aggiuntivi per migliorare la qualità della consulenza. Qualsiasi miglioramento dovrebbe considerare attentamente l'impatto sulla disponibilità e sulla qualità della consulenza e sulla diffusione dei prodotti assicurativi. Dobbiamo assicurarci che gli eventuali aggiustamenti abbiamo il risultato sperato”.

In precedenza il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, si era detto “molto preoccupato” per un divieto che colpirebbe in modo rilevante il sistema assicurativo del Paese. Anche le associazioni di categoria di banche, assicurazioni e fondi hanno criticato l'eventuale stop agli incentivi.

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