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3/3/2023 | Redazione Advisor
Si allontana l’abolizione tout court delle retrocessioni. Da quanto risulta al Sole 24 Ore, dalla riunione di giovedì presso la Fisma (direzione generale della stabilità finanziaria e dei servizi finanziari della Commissione europea), gli stati presenti hanno alzato un muro contro l’abolizione degli inducement volute dalla Commisisone UE. La riunione, spiega sempre il quotidiano di Confindustria, si è conclusa con un certo anticipo e neanche tutte le questioni poste alla platea (erano coinvolti: gli Stati, l’industria, i consumatori) sono state trattate.
Se alla fin fine la strada si mostrasse impraticabile, la commissione potrebbe utilizzare le altre due leve che ha a disposizione: alzare l’asticella dei servizi che giustificano il pagamento della retrocessione (come è già stato fatto in occasione sia della Mifid che della Mifid2) e dare una sterzata decisiva sulla trasparenza dei costi. Proprio sulla trasparenza, che in realtà è già prevista, le precedenti normative hanno mostrato la corda.
Le posizioni degli Stati
Quanto alle posizioni espresse, risulta al Sole 24 Ore, si sono espressi contro il ban: Germania, Italia, Austria, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Belgio, Slovenia, Cipro, Lettonia e Francia. “Orientati” contro il ban: Spagna, Estonia, Grecia, Lettonia e Malta. Orientati a favore del ban solo la Finlandia ed esplicitamente a favore invece la sola Olanda, che è anche l’unico stato europeo che ha scelto già normativamente questa strada (lo aveva fatto anche il Regno Unito, che come si sa, è però uscito dalla Ue). Tutti gli altri Stati o non sono intervenuti o si sono dichiarati neutrali.
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