Ottobre e la sfida della "financial literacy"
“Gestire le proprie finanze sulla base di un processo strutturato di pianificazione finanziaria si associa a un maggior livello di benessere finanziario e a una maggiore capacità di reagire agli imprevisti”. Con queste parole si apre il Quaderno di finanza “Attitudine alla pianificazione finanziaria delle famiglie italiane” realizzato a ottobre del 2022 dalla Consob. Una frase che da sola è sufficiente per ricordare a tutti quanti noi (qualunque sia il nostro ruolo: media, operatori del risparmio gestito, consulenti finanziari, istituzioni, cittadini) l’importanza di trasmettere (o acquisire) le competenze necessarie per gestire il proprio patrimonio mobiliare e immobiliare.
A volte siamo di fronte a un problema di cultura finanziaria. Altre volte di fronte a bias comportamentali che magari spingono a considerare le proprie competenze in materia più elevate del dovuto. Altre ancora siamo di fronte ad una incapacità organizzativa, tendiamo a rimandare il processo di pianificazione attribuendogli un’importanza inferiore a quella che in realtà lo caratterizza.
È fondamentale partire da questa riflessione se vogliamo veramente aiutare il Paese a evolvere sul fronte della cultura finanziaria. E forse il primo grande passaggio da compiere è lessicale. Spesso si afferma che in Italia abbiamo un problema di “alfabetizzazione finanziaria”. Se ci limitiamo a considerare la questione da questo punto di vista continueremo a fornire, a livello di educazione finanziaria, sempre le stesse nozioni: ovvero una lunga lista di definizioni degli strumenti che aiutano a riconoscere all’interno di un “catalogo prodotti” la differenza tra un fondo comune, un’obbligazione e un’azione quotata in borsa, ma non aiuteremo gli italiani ad acquisire l’attitudine alla pianificazione finanziaria, e quindi a raggiungere un maggior livello di benessere.
Per questo dobbiamo affidarci agli inglesismi e parlare, anche in Italia, di “financial literacy”. Il termine literacy è vero che letteralmente può essere tradotto con la parola italiana “alfabetizzazione”, ma in inglese literacy può avere diverse sfumature: educazione, formazione, apprendimento permanente, competenza, cultura. Non a caso, nel lontano 2005, l’Unesco affermò che la “literacy identifica un apprendimento continuo negli individui quando tendono ai loro traguardi, allo sviluppo della loro conoscenza e delle loro potenzialità e alla piena partecipazione alla vita”.
Se applichiamo questo significato ampio al concetto di “financial literacy” è evidente che la sfida, quando si parla di educazione finanziaria, non può più limitarsi alle semplici nozioni di base. E sotto questa categoria non possiamo più inserire solo ed esclusivamente le definizioni dei singoli strumenti. Quelle sono il glossario di un processo di apprendimento che deve aiutare tutti ad acquisire le abilità per capire e utilizzare la grande varietà di strumenti finanziari oggi a disposizione. E per questo dobbiamo avviare un processo formativo capace di unire gli ingredienti che caratterizzano l'attività di educazione finanziaria: l’istruzione e la formazione, cioè la trasmissione di informazioni come conoscenze, abilità e saperi disciplinari e il processo volto a consolidare, aggiornare e migliorare tali informazioni.
Questa è la grande sfida che tutti noi dobbiamo cogliere ed è per questo che quest’anno a ottobre, il mese dedicato all’educazione finanziaria, ADVISOR realizzerà uno Speciale che sarà fruibile sul sito di Ansa.it. Grazie alle competenze dei giornalisti di ADVISOR forniremo quotidianamente articoli volti a guidare i lettori verso questo processo di istruzione e formazione.
A partire da lunedì troverete spesso sulle nostre newsletter articoli che rimanderanno al sito Ansa.it e in particolare alla sezione da noi curata. Grazie a questa collaborazione siamo sicuri di riuscire a raggiungere un numero importante di lettori e di fornire così un contributo concreto per il miglioramento del livello di “financial literacy” degli italiani.