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Azimut: incertezza e volatilità frenano i ricavi

5/10/2018

Il gruppo chiude il primo trimestre con un utile più che dimezzato rispetto a un anno prima. Positiva l'attività di reclutamento con 41 nuovi ingressi


Azimut Holding chiude il primo trimestre con un utile netto di 26,4 milioni di euro, in deciso calo rispetto ai 72,9 milioni dei primi tre mesi dello scorso anno. In frenata anche i ricavi nel periodo in considerazione, che passano a 182,3 milioni di euro da 214,7 milioni di euro del primo trimestre 2017. Il reddito operativo nel primo trimestre è pari a 38,8 milioni (83,5 milioni dei primi tre mesi dello scorso anno). Il patrimonio totale a fine marzo 2018 si attesta a 50,6 miliardi (51,1 miliardi a fine aprile), comprensivo del risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato.

La posizione finanziaria netta consolidata a fine marzo 2018 risultava positiva per circa 130,4 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai 134,9 milioni di fine dicembre 2017. Positiva l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e private banker: nel primo trimestre del 2018 il gruppo e le sue divisioni hanno registrato 41 nuovi ingressi, portando il totale del gruppo a fine marzo a 1.656 unità.

"L’incertezza e l’elevata volatilità dei mercati in questi primi mesi del 2018 hanno penalizzato i risultati del periodo, incidendo maggiormente sulle commissioni variabili. Tuttavia, forti della nostra solidità e flessibilità del modello di business, guardiamo con fiducia al prosieguo dell’anno, continuando a creare valore per i nostri azionisti. La recente assemblea dei soci ha difatti deliberato la distribuzione di un dividendo di 2 euro per azione, equivalente a un payout superiore al 100% e con il più alto yield delle società dell’indice Ftse MIB" sottolinea Sergio Albarelli, ceo del gruppo.

Sul fronte societario, Timone Fiduciaria, che come noto riunisce gli aderenti al patto di sindacato Azimut Holding (consulenti, gestori, manager e dipendenti del gruppo), in una nota conferma che sono in fase di ultimazione le procedure necessarie per apportare al patto le modifiche temporanee richieste dall’operazione per aumentare la quota in proprio possesso, tra cui quelle relative alla possibile adesione di un investitore finanziario. Timone ricorda che l'operazione avrà ad oggetto un numero complessivo di azioni inferiore alla soglia che obbligherebbe il patto al lancio di un’offerta pubblica di acquisto e comunque al massimo pari al 10% del capitale sociale di Azimut Holding.

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