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9/29/2018
Il venerdì nero dei mercati finanziari ha travolto pesantemente anche i titoli quotati del risparmio gestito. La diffusione della nota di aggiornamento del DEF, che annuncia un rapporto tra deficit e PIL al 2,4% (introducendo, tra le altre cose, reddito di cittadinanza e revisione della Fornero), ha subito spinto, nella mattinata del 28 settembre, lo spread sopra quota 280 punti, per poi chiudere intorno a 267.
Insieme all’impennata dello spread si è avviata una vera e propria ondata di vendita sul mercato milanese, al punto da spingere gli operatori a parlare di panic selling: dati alla mano il Ftse MIB ha vissuto una giornata di profondo rosso viaggiando per diverse ore intorno al -4% per chiudere, alla fine, con un -3,72% e riportandosi prepotentemente ai livelli di inizio settembre, vanificando il recupero delle altre settimane.
Come prevedibile a subire i maggiori ribassi in tutta Piazza Affari sono stati soprattutto i titoli bancari - Unicredit, Intesa Sanpaolo e BPM hanno perso rispettivamente il 6,73%, 8,44% e 9,43% - e con loro sono crollati tutti i titoli del risparmio gestito: Banca Generali ha lasciato sul terreno, nella sola giornata di venerdì 28 settembre, il 7,17%; Banca Mediolanum ha perso il 6,54%; Anima il 4,73% e Azimut il 4,48%. Solo FinecoBank è riuscita a contenere i ribassi e a chiudere con un “modesto” -1,79%.
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