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Zero commissioni, il trend è partito

10/12/2019 | Francesco D'Arco

Sono arrivati segnali concreti dagli Stati Uniti. Ma anche in Italia si registrano le prime importanti novità che spingono verso questa direzione.


Dall’entrata in vigore della prima MiFID (2007) a oggi la rivoluzione “fee-only” è stata annunciata numerose volte, ma non abbiamo mai assistito a nessuna reale evoluzione che facesse pensare ad un cambiamento in corso. Nell’ultimo anno l’obbligo di consegna dei rendiconti ai clienti finali, formato MiFID II, ha portato molti osservatori a parlare di un imminente “anno zero” che darà avvio alla rivoluzione fee only. Ma ancora mancano, nei fatti, segnali concreti relativi all’esistenza di un tale trend. 

 

Dobbiamo quindi decretare, ancora una volta, fallito il tentativo di introdurre nel mercato italiano un servizio di consulenza finanziaria a parcella? No, perché se allarghiamo lo sguardo e osserviamo le ultime iniziative dell’industria dell’asset management a livello internazionale troviamo segnali concreti di un cambiamento che non potrà lasciare inalterati gli attuali rapporti tra distributori e produttori. 

 

I primi arrivano, neanche a dirlo, dagli USA dove le commissioni di negoziazione per azioni, ETF e opzioni presso realtà come Schwab, TD Ameritrade, E-Trade e, soprattutto, Fidelity sono andate a zero, una svolta che, a detta degli osservatori americani, spingerà definitivamente il mondo della consulenza verso la parcella. Non solo. Nel mese di agosto, per la prima volta, abbiamo assistito negli USA al sorpasso, a livello di asset gestiti, dei fondi attivi da parte dei fondi comuni indicizzati e degli ETF. 

 

Segnali concreti che non resteranno fermi oltre-oceano. Perché ne siamo convinti? Perché i fondi indicizzati si preparano a invadere in maniera importante anche il mercato italiano. E la prima stoccata l’ha annunciata Credit Suisse Asset Management che proprio questa settimana ha affermato di voler proporre come soluzioni core soprattutto strumenti indicizzati a bassissimo costo, per distinguersi con strumenti in grado di generare reale “alpha” ma che, a livello di fee, avranno un impatto quasi nullo in caso di mancato raggiungimento degli obiettivo. 

 

È evidente che qualcosa è già cambiato. Ora bisognerà capire se reti di consulenza finanziaria e singoli consulenti finanziari sono pronti per accogliere questo cambiamento.

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