Le reti dei consulenti finanziari abiliti all’offerta fuori sede archiviano un altro trimestre record portando il patrimonio complessivo gestito oltre quota 601 miliardi di euro registrando, rispetto al mese di giugno, una crescita congiunturale del 2,9% (le masse alla fine del primo semestre erano ferme a 584 miliardi di euro). Una crescita attribuibile, secondo le analisi di Assoreti, sia alla componente patrimoniale riconducibile ai prodotti del risparmio gestito che raggiunge i 423,7 miliardi (+2,4%, rispetto ai 413,8 miliardi di giugno) sia alla valorizzazione delle posizioni in regime amministrato, pari a 177,5 miliardi di euro (+4,1% rispetto ai 170 miliardi di giugno 2019).

 

Entrando più nel dettaglio emergono, a livello di prodotti, due dati: il primo riguarda i prodotti assicurativi e previdenziali che confermano il loro trend di crescita raggiungendo quota 160 miliardi di euro, con un balzo dell’11% rispetto ai 144 miliardi dell’anno scorso. Un aumento decisamente più importante rispetto al +7,6% dei fondi comuni che sono passati dai 184 miliardi di settembre 2018 agli attuali 2019.

 

Il secondo dato che colpisce nell’analisi firmata Assoreti è quello relativo agli exchange traded products. Questi strumenti che, a detta di molti, non rientravano tra le preferenze dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede hanno registrato nell’ultimo trimestre una crescita di quasi 7 punti percentuali superando i 4,5 miliardi di euro. Il dato è ancora più significativo se confrontato con i 3,5 miliardi registrati a settembre 2018: un +28% che in pochi avevano previsto.

 

A livello di società si conferma il dominio del Gruppo Fideuram (94,08 miliardi per Fideuram; 109,6 miliardi per Intesa Sanpaolo; 23,5 miliardi per Sanpaolo Investi), di Banca Mediolanum (74,3 miliardi), di FinecoBank (68,17 miliardi), di Banca Generali (65,02 miliardi), di Allianz Bank FA (49,87 miliardi), e di Azimut (42,45 miliardi).