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Fondi comuni, il ritorno dei BTP spegne l'effetto TINA

11/5/2022

Ma rilancia il fenomeno TARA. Ecco perché da qui alla fine del 2022 si prevedono difficoltà per la raccolta. Soprattutto quando si parla di...


“In base ai dati provvisori, anche il terzo trimestre ha chiuso in negativo per le uscite da tutte le asset class a eccezione di azionari e monetari. Tuttavia la composizione per asset class potrebbe anticipare una nuova fase di mercato, in cui le componenti rischiose potrebbero essere meno attrattive nel breve termine, come segnalano il peggioramento dei fondi flessibili, i segnali di affanno dei fondi azionari e i bilanciati negativi per la prima volta da marzo 2020. Qualche segnale positivo si potrebbe intravedere invece nei fondi obbligazionari che hanno ridotto i deflussi rispetto al trimestre precedente con un saldo di -0.5 miliardi di euro e che sarebbero positivi al netto del dato fortemente negativo di settembre”.

 

E’ questa la sintesi delle stime realizzate da Prometeia sulla base dei dati forniti da Assogestioni. Stime che spingono gli analisti della società a parlare di un ultimo trimestre dell’anno complessivamente positivo per i fondi azionari, bilanciati e obbligazionari. Ma negativo sulle altre asset class. 

 

“Il nowcast di ottobre anticipa una ripresa della raccolta dei fondi azionari che, seppur su livelli più bassi del passato, potrebbero ancora trovare slancio dalle performance positive degli indici azionari grazie alla riduzione del premio per il rischio e, nell’Eurozona, dal miglioramento degli utili storici e attesi”, scrivono gli esperti di Prometeia che credono che il mercato possa  “iniziare a scontare una stabilizzazione dei tassi di interesse che, da un lato, potrebbe penalizzare meno le quotazioni azionarie; dall’altro, sembrerebbero esserci i presupposti per una riattivazione del mercato obbligazionario diventato ora più remunerativo e che, in una fase di maggiore volatilità, potrebbe rappresentare un’alternativa di investimento ragionevole”.

 

Questo fenomeno, ribattezzato “TARA” (There Are Reasonable Alternatives), potrebbe "limitare la raccolta dei fondi azionari, negli ultimi mesi meno legata all’andamento delle borse e sostenuta dalla mancanza di alternative valide (TINA - There Is No Alternative), soprattutto in un mercato come quello italiano in cui l’industria della gestione del risparmio potrebbe soffrire anche la concorrenza dei titoli di Stato, con il BTp a 10 anni ampiamente sopra il 4% e una nuova emissione di BTp Italia in novembre”, concludono i professionisti di Prometeia.

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