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Italiani, investitori più maturi dei colleghi inglesi

2/4/2023

I dati del 2022 rivelano una raccolta netta complessiva del risparmio gestito del Bel Paese positiva. Un dato passato in secondo piano, ma se li confrontiamo con i numeri del Regno Unito, scopriamo che...


Tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio le associazioni di categoria alzano il velo sui dati dell’anno precedente ed è possibile tirare un bilancio preliminare del 2022,  utile per capire se e quanto l’industria del risparmio gestito sia riuscita a contenere il panico degli investitori.

 

L’anno scorso, infatti, è stato caratterizzato da performance mediamente negative su tutte le asset class e la possibilità di fare i conti con numerosi riscatti era alta. Invece, dati alla mano, secondo l'Ufficio Studi di Assogestioni, tra gennaio e dicembre 2022 i fondi aperti hanno registrato complessivamente flussi pari a 9,34 miliardi di euro e le gestioni di portafoglio retail hanno chiuso con 7,32 miliardi di euro di raccolta netta positiva. Questi due dati sono quelli che maggiormente, all’interno della mappa mensile di Assogestioni, rivelano il comportamento della clientela retail.

 

Un atteggiamento “prudente e positivo” che trova conferma anche nei numeri diffusi da Assoreti. In questo caso abbiamo a disposizione i dati fino a novembre 2022 che indicano una raccolta netta complessiva annuale per gli strumenti del risparmio gestito di 14,4 miliardi di euro. Insomma gli italiani hanno dimostrato di saper guardare al lungo periodo anche in un momento di grande difficoltà e l’industria, seppure lontana dai numeri record degli anni passati, si è dichiarata soddisfatta dell’anno da poco concluso.

 

Verrebbe spontaneo affermare: nulla di nuovo all’orizzonte. E in parte è vero perché ci stiamo abituando a registrare tali risultati al punto che “non fanno più notizia” (per usare un’espressione tanto cara al mondo del giornalismo). Ma forse ritrovano il loro giusto spazio nel panorama delle notizie se guardiamo agli altri mercati.

 

Ad esempio: secondo l’Investment Association che monitora l’andamento dei fondi comuni in Inghilterra, alla fine del 2022 l’industria britannica dei fondi ha registrato per la prima volta un deflusso annuale importante di quasi 26 miliardi di sterline (29,2 miliardi di euro). Se a questi dati si aggiungono i -24,4 miliardi di sterline di deflussi registrati dai fondi istituzionali, ci troviamo di fronte ad un’industria britannica che ha chiuso l’anno con -50,1 miliardi di sterline.

 

A questo punto i circa 20 miliardi di euro (fonte: Assogestioni) raccolti complessivamente dall’industria del gestito tra gestioni collettive (+15,5) e gestioni di portafoglio (+4,3 miliardi) nel 2022 assumono una connotazione diversa e fanno emergere non tanto (e non solo) le capacità degli operatori del settore di gestire al meglio il panico dei clienti, ma anche la nuova maturità della clientela italiana che probabilmente ha imparato negli anni alcune importanti lezioni come, ad esempio, il valore del lungo periodo.

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