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Risparmio gestito travolto dal panico dei mercati

9/5/2015

L'incubo volatilità, le polemiche sulle commissioni di performance e gli alert degli analisti travolgono le società quotate. Ma il primo ostacolo da superare sarà...


Settembre si riapre all'insegna dell'incubo volatilità, che a detta di molti analisti peserà non poco sull'industria del risparmio gestito. Gli eventuali effetti sui numeri di raccolta li conosceremo solo tra qualche mese, ma intanto il mondo del risparmio gestito quotato deve già fare i conti con le prime pesanti perdite. I sei titoli presenti a Piazza Affari (Anima, Azimut, Banca Generali, Fineco e Mediolanum) hanno registrato nell'ultimo mese perdite superiori ai dieci punti percentuali. In parte causate dagli effetti della bolla cinese esplosa ad agosto, in parte a causa dei timori legati al futuro delle commissioni di performance, in parte agli alert lanciati dagli analisti.

 

L'ultimo è firmato Equita SIM che ha segnalato un "rischio di un ulteriore sell-off" per i titoli del gestito, sia a causa del "cambiamento in senso più restrittivo della normativa europea sul metodo di calcolo delle performance fee", che limiterà fortemente la propensione all'acquisto di questi titoli, sia a causa di un "aumento della volatilità sui mercati" con i conseguenti "riscatti dei fondi equity". Insomma si avvicina una situazione di "squilibrio tra domanda e offerta" che ha portato gli analisti della SIM milanese a tagliare i target price sulle principali azioni del comparto (Azimut da 25,1 a 19,3 euro, Banca Generali da 29,7 a 24,5 euro, FinecoBank da 7 a 6,3 euro, Mediolanum da 7,7 a 6,7 euro, Anima da 10,4 a 8,9 euro) e a limare le stime. 

 

Ma a spaventare analisti e investitori è soprattutto il delicato tema delle commissioni di performance, sulle quali ha puntato il dito la stessa Consob nel mese di luglio. A pesare, in questa fase, è l'incertezza su quali saranno effettivamente le regole imposte dall'Unione Europea e gli occhi ora sono puntati sull'Esma (European securitis and Market Authority) che ha avviato prima dell'estate una serie di consultazioni volte a individuare la via migliore per uniformare le normative nazionali e gli algoritmi per calcolare le commissioni dei fondi (oltre che individuare regole migliori in tema di politiche retributive per i gestori degli strumenti UCITS).

 

Gli analisti e i mercati si portano avanti nelle loro valutazioni, ma è facile prevedere che prima del 2016 un concreto cambiamento al sistema provvigionale delle reti non ci sarà. Ora per i player quotati (e non) il vero rischio è l'emotività della clientela che, con i mercati in discesa libera, potrebbero dare inizio ad una lunga serie di riscatti.

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