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6/27/2016
Banche centrali promosse. Mercati bocciati. Se infatti le prime si sono dimostrate pronte ad affrontare un futuro dell'Unione Europea senza il Regno Unito, i secondi venerdì mattina hanno pagato a caro prezzo il risultato del referendum mostrandosi poco attenti.
"Il risultato del referendum Brexit di venerdi mattina ha colto impreparati i mercati finanziari come dimostrato dalle discese registrate nel corso della giornata" spiega subito Corrado Cominotto, responsabile gestioni patrimoniali attive di Banca Generali. "Chi invece non è stato colto impreparato sono state le banche centrali che ormai da diversi giorni rilasciavano dichiarazioni riguardo interventi a sostegno dei mercati in caso di uscita del Regno Unito dall’unione Europea".
La Federal Reserve in particolare, "a fronte di attese a inizio anno di quattro rialzi dei tassi durante il 2016, non è fino ad ora mai intervenuta ed è difficile pensare che interverrà con più di un rialzo da qui al prossimo dicembre" continua l'esperto della banca guidata da Gianmaria Mossa che spiega: "Per quanto riguarda la gestione dei patrimoni dei risparmiatori vediamo poche opportunità sul comparto governativo core con i tassi decennali tedeschi a livelli negativi. Selettivamente vi sono titoli corporate che danno rendimenti interessanti. La componente azionaria è ormai da molto tempo a valutazioni attraenti e se dovessero continuare, come atteso, interventi di politica monetaria espansiva, si potrebbe aprire una fase di recupero dei prezzi".
Vale ovviamente la regola della diversificazione fra asset class quali azioni, obbligazioni, valute e commodities: "vista la forte volatilità il “fai da te” espone a rischi elevati che si possono facilmente contenere rivolgendosi a consulenti qualificati" conclude Cominotto.
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