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Foti (Finecobank): risultati testimoniano il successo del nostro modello di business

11/8/2016 | Marcella Persola

I primi nove mesi si chiudono con un utile in crescita e la raccolta netta totale da inizio anno è pari a 3,39 miliardi


Cresce l'utile netto di Finecobank. I primi nove mesi dell'anno si chiudono per la banca guidata da Alessandro Foti (nella foto) con un utile netto di 162,4 milioni (+9,1%) che include il contributo di -7,4 milioni netti ai Sistemi di Garanzia dei Depositi (DGS). Il margine d’intermediazione dei primi nove mesi del 2016 ammonta a 420,7 milioni di euro, in crescita rispetto ai 407,4 milioni di euro dello stesso periodo dell’esercizio precedente (+3,3%). Il risultato di gestione si attesta a 249,7 milioni di euro nei primi nove mesi del 2016 (+6,8%).

 

"I risultati confermano la caratteristica di Fineco di essere un'azienda solida con risultati in crescita e senza trimestri discontinui. Questo testimonia il modello di business vincente della nostra banca" afferma Alessandro Foti, a.d. e d.g. di Finecobank. "Anche i dati commerciali confermano la sostenibilità della banca e sono frutto principalmente della raccolta diretta dei nostri consulenti, e non sono stati realizzati sfruttando le leve di tassi eccessivi per attirare i clienti o attraverso un approccio aggressivo al reclutamento, che per noi resta uno strumento per migliorare la qualità dei nostri professionisti. Il 90% della nostra raccolta è frutto dei nostri consulenti,
il rimanente è derivato da nuovi ingaggi"

 

Sul fronte della raccolta cresce il saldo della raccolta diretta che risulta pari a 17 miliardi di euro, +8,7% rispetto ai 15,6 miliardi di euro del 31 dicembre 2015, grazie alla continua crescita della base di nuovi clienti e dei depositi “transazionali”.

 

Anche il saldo della raccolta gestita registra un incremento del 4,7% rispetto a fine 2015, attestandosi a 27,5 miliardi di euro al 30 settembre 2016; cala leggermente il saldo della raccolta amministrata, che risulta pari a 13,1 miliardi di euro (-2,7% rispetto a fine 2015). Da inizio anno la raccolta netta totale è di 3,393 miliardi, mentre la raccolta netta in guided products è pari a 3,28 miliardi, in aumento del 20%.

"Sì c'è stata una forte crescita della componente dei Guided Products & Services, che rappresentano la nostra declinazione della cyborg-advisory, sulla quale stiamo puntando in quanto pensiamo che il futuro della consulenza si stia orientando verso questa strada, con la tecnologia sempre più al servizio del professionista".

 

In aumento anche i TFA riferibili alla clientela nel segmento private banking, che si attesta a 20,9 miliardi di euro, in rialzo del 3,2% da inizio anno e del 12,3% a/a. Nel dettaglio, il saldo della raccolta diretta è pari a 3,4 miliardi di euro (+6,9% rispetto a fine 2015), mentre la raccolta amministrata si attesta a 6,6 miliardi di euro (-1,6% rispetto a fine dicembre 2015). Il saldo della raccolta gestita è invece in rialzo del 5,2% rispetto a fine 2015 a 10,9 miliardi di euro.

 

"Stiamo crescendo anche nell'ambito private banking, anche qui il trend è positivo a conferma che la qualità dei servizi che eroghiamo è all'altezza di tale fascia di clientela. A conferma che tale clientela è sempre meno interessata ai cliché tipici del settore, ma presta sempre maggiore attenzione alla qualità dei servizi proposti" sottolinea l'a.d. e d.g.

 

Sul fronte delle prossime sfide Foti evidenzia come i target fino a fine anno non sono molto differenti. "Sugli obiettivi ci aspettiamo di continuare il trend di crescita dovuto al nostro modello di business e alla crescente digitalizzazione dei servizi offerti.

 

Sul fronte reti non siamo interessati a un reclutamento che aumenti la raccolta, in quanto siamo impegnati nel migliorare la qualità della nostra rete" spiega Foti. E sul mercato italiano Foti evidenzia che: "Continuiamo a prestare attenzione a ciò che accade sul mercato italiano, perché è il contesto nel quale operiamo e quindi seppure non intimoriti monitoriamo come sarà gestita la situazione bancaria, ciò che potrà accadere dopo il referendum, il sistema pensionistico ecc."

 

Infine su Mifid II l'a.d. della banca diretta del gruppo Unicredit non si dice preoccupato. Anzi. "Sul fronte Mifid II sicuramente è rilevante quello che accadrà, in quanto la normativa impone una chiara distinzione tra attività di collocamento dei prodotti e consulenza, e chi opera nel nostro settore non può non collocarsi nel segmento della consulenza, ma per farlo dovrà magari cambiare la propria struttura organizzativa. Noi siamo ben contenti che arrivi Mifid II, siamo stati tra i primi a sposare la consulenza a parcella che oggi contribuisce fortemente alla nostra crescita. Anzi non vediamo l'ora che arrivi" conclude Foti.

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