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Trump non spaventa i consulenti. Ecco perché

11/9/2016 | Massimo Morici e Marcella Persola

Gli esperti lo definiscono il Brexit d'America. La vittoria infatti del candidato repubblicano Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti di America ha creato un brusco risveglio per gli investitori. Ma...


Gli esperti lo definiscono il Brexit d'America. La vittoria infatti del candidato repubblicano Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti di America ha creato un brusco risveglio per gli investitori. Anche se le borse a fine giornata hanno virato in positivo, dopo un'apertura a netto ribasso, resta l'incognita su cosa accadrà nei prossimi mesi. Cosa fare quindi con i clienti?

Per Carlo Giausa, direttore investimenti e wealth management di FinecoBank, come già all’indomani del referendum su Brexit, anche l’esito delle elezioni Usa evidenzia l’importanza di uno dei compiti principali del consulente finanziario, e cioè "quello di guidare i clienti nei casi di reazioni irrazionali e di breve periodo dei mercati di fronte a singoli eventi. Reazioni che, se lette in un arco temporale corretto e di più ampio respiro, diventano occasioni di acquisto per il cliente. I nostri Personal Financial Advisor sono infatti impegnati nel portare i clienti a ragionare in termini di pianificazione di medio-lungo periodo, sulla base dei singoli obiettivi di vita e orizzonti temporali, oltre che sulla diversificazione degli investimenti. Quello che noi offriamo sono servizi evoluti di consulenza e portafogli personalizzabili, costruiti su modelli di investimento solidi e rigorosi, diversificati per rischio/rendimento e per asset class. E, proprio nell’ottica di gestire l’emotività dei clienti, Fineco è molto impegnata nell’attività di educazione finanziaria della clientela, con diversi eventi di formazione organizzati sul territorio insieme ai propri consulenti finanziari".

Corrado Cominotto dell'asset management di Banca Generali ritiene che sia legittimo attendersi quindi che dopo un iniziale periodo di alta volatilità, conseguente al risultato elettorale, il mercato riprenderà a concentrarsi sui temi macroeconomici di medio periodo:  "Dal punto di vista geografico le considerazioni dovrebbero essere neutrali per i paesi sviluppati nel complesso e misti per quelli emergenti. La Russia è una delle nazioni considerate maggiormente favorite dalle elezioni. Il neo presidente si è dichiarato non ostile all’annessione della Crimea alla Russia e si è detto inoltre disponibile a riconsiderare le sanzioni in atto. Discorso opposto per la Cina dove, almeno in campagna elettorale, i repubblicani sono stati molto critici in particolare sull’attuale livello dello Yuan, parlando esplicitamente di currency manipulation". "Se Donald Trump dovesse confermare i toni usati in precedenza è prevedibile attendersi un’escalation nelle tensioni geopolitiche fra i due paesi" avverte l'esperto di Banca Generali.

Fideuram ha rimandato alle dichirazioni rilasciate dal ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina: "La vittoria di Trump mette la parola fine all'incertezza: gli Stati Uniti hanno deciso che sarà il nuovo Presidente e ora bisogna guardare avanti". Secondo Messina inoltre "non è nell'interesse degli Usa incidere profondamente sulla natura delle relazioni commerciali del Paese. A livello interno potrebbero svilupparsi le infrastrutture e gli investimenti interni. Ma - ha concluso -mantenere una relazione corretta con gli altri Paesi è allo stesso tempo molto importante".

Per Gregorio De Felice, capo economistia di Ca' de Sass "Gli osservatori non sanno se quello che c'è nel programma di Trump verrà realizzato. Le implicazioni sul debito pubblico americano sarebbero molto pesanti: si parla di 5-7mila miliardi di dollari di incremento nell'arco di dieci anni. Significherebbe portare gli Usa a livelli 'all'italiana' di debito, con un rapporto al 120-125 per cento del Pil. L'altro grande tema d'incertezza è l'atteggiamento nei confronti del commercio internazionale: Trump ha molte idee protezionistiche, dalla chiusura degli accordi con la Cina alla rivisitazione di tutto il Nafta. Sono elementi che non aiutano certo a creare distensione, in un mondo che è già una polveriera dal punto di vista geopolitico".

Per Giacomo Campora, a.d. di Allianz Bank FA e direttore generale di Allianz Spa intervenuto nel corso della trasmissione Partita Doppia di Class CNBC "ha vinto il movimento anti-globalizzazione". Per l'esperto i mercati hanno reagito positivamente al discorso di Trump perchè "è stato un programma dettagliato e perché ha dimostrato la capacità istrionica di cambiare i toni una volta eletto". Anche Ennio Doris, presidente di Mediolanum, alla stessa trasmissione, ha ribadito che il discorso pacato di Trump ha rassicurato i mercati e che l'aspetto negativo potrebbe riguardare la ridiscussione dei trattati internazionali che porterebbe a una politica protezionista che ha sempre fatto male all'economia. Altri elementi positivi sono invece la volontà di incrementare le infrastrutture e sopratutto la riduzione delle imposte che Doris considera uno strumento di politica economica efficace che favorirà anche altri paesi.

Ma al di là di queste osservazioni che possono sicuramente essere riportate ai clienti, l'elemento da non dimenticare è il "no panic" come evidenzia Azimut: "Come già avvenuto a giugno in occasione del referendum inglese, anche all’appuntamento con le elezioni americane siamo giunti ampiamente preparati. Nelle ultime settimane abbiamo veicolato, attraverso differenti strumenti quali pillole video, video conference, visibili anche in diretta streaming, la view dei vari team di gestione e l’esposizione dei portafogli all’intera rete di consulenti finanziari, con indicazioni tattiche a seconda dei due scenari che si sarebbero presentati a seguito dell’esito del voto evidenziando che comunque non ci saremmo trovati di fronte a un crollo dei mercati seppur in una situazione di volatilità".

La rimonta di Trump, spiega il team di investimento del gruppo guidato dal ceo Sergio Albarelli, era ben fotografata dalla rinnovata svalutazione del peso messicano, vista come la moneta del Paese più a rischio in base al suo programma elettorale, e dal nervosismo che aveva nuovamente colpito i mercati. "Ma i rischi politici rappresentano una turbativa di breve periodo e, come spesso è accaduto in passato, rientreranno  nel lungo dalle ansie di mercato. La forte integrazione tra gestione e distribuzione che ci contraddistingue, ci ha permesso di fornire ai consulenti contribuiti provenienti anche dai gestori delle nostre sedi all’estero, tra i quali quello diffuso ieri e redatto dai colleghi della nostra società a Miami, AZ Apice, in cui si ribadiva la necessità di non farsi prendere dal panico e aspettare l’evolversi della situazione". 

 

 

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