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Reti, Mediobanca scuote le 4 big quotate

1/24/2017

No a prodotti standardizzati. No a commissioni sopra il 2%. Così si rischia di dare spazio alle boutique attive nel segmento più alto della clientela. E in vista della MiFID 2 l'invito è...


Le reti di consulenza finanziaria quotate finiscono spesso nel mirino degli analisti che valutano il modello di business, le opportunità di crescita e gli eventuali limiti delle quattro protagoniste di Piazza Affari. Questa volta Banca Generali, Azimut, Banca Mediolanum e Fineco devono fare i conti un un mistery shopping firmato Mediobanca Securities

 

I professionisti della società si sono spacciati per "clienti" in cerca dei migliori servizi private e, dopo aver testato le quattro big del settore, sono giunti ad una conclusione: il private banking non è ancora un servizio tagliato su misura sulle esigenze dei clienti più facoltosi.

 

"Con l'eccezione di Bg Solution di Banca Generali  e Azimut  Max di Azimut" scrivono gli esperti di Mediobanca "ci hanno generalmente offerto prodotti standardizzati con linee di investimento predefinite e fondi selezionati da algoritmi. In pochi casi i private banker hanno proposto di scegliere insieme gli asset da inserire in portafoglio e soltanto in un caso, quello di Banca Generali, ci hanno offerto di incontrare il gestore responsabile del nostro dossier titoli".

 

E, a detta degli esperti di Mediobanca, c'è ancora della strada da compiere anche quando si parla di commissioni: "l'unico caso" si legge nel report "in cui non abbiamo trovato un conflitto di interesse tra i margini della società, la remunerazione del consulente e i prodotti o servizi offerti al cliente è stato nel contratto di consulenza a parcella proposto da Fineco. In tutti gli altri casi, l'inclusione di fondi della casa rende l'equilibrio totale di portafoglio un po' asimmetrico per il cliente. In tre casi su quattro ci hanno offerto prodotti con commissioni superiori al 2% e con poca personalizzazione".

 

Conclusione serve un ripensamento del servizio private, soprattutto se si vogliono guadagnare quote di mercato importanti nell'ambito del private banking e, soprattutto, in vista della MiFID 2: "Crediamo che queste società abbiano scelto questo modello di costi e di servizio per non diluire troppo l'attuale redditività e per non mettere a rischio il business dell'asset management" spiegano nel report gli uomini di Mediobanca che giudicano il servizio ricevuto "non è un vero private banking" e in vista dell'arrivo della Mifid 2 (nel 2018) ritengono che sia "poco sostenibile caricare commissioni sopra il 2% a fronte di prodotti standardizzati e ciò sarà visibile in termini assoluti, ovvero in migliaia di euro".

 

 

Nell'attesa che le quattri big quotate - e non solo loro - seguano la rotta indicata da Mediobanca, secondo gli autori del report si apre un interessante spiraglio per le boutique attive nel segmento più alto, quello dei patrimoni compresi tra 1 e 10 milioni di euro. Realtà come Banca Intermobiliare, Banca Profilo e Banca Leonardo - citate all'interno del report - possono guadagnare spazio offrendo soluzioni tagliate su misura.

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