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Rufini (Felsa CISL): facciamo distinzione tra lavoro autonomo e dipendente

3/12/2018 | Marcella Persola

Mauro Rufini, responsabile nazionale del lavoro autonomo del settore finanziario della Felsa Cisl, racconta le sfide che il mercato della consulenza dovrà affrontare nel breve e medio termine.


Regolamento intermediari, Nuovo OCF, Mifid II, lavoro autonomo, Fintech sono molte secondo Mauro Rufini, responsabile nazionale del lavoro autonomo del settore finanziario della Felsa Cisl, le sfide che il mercato della consulenza dovrà affrontare nel breve e medio termine. Ad Advisoronline racconta le prime vittorie che il sindacato può annoverare e le prossime mosse che intende attuare.

In questo particolare momento come intendete esercitare la rappresentanza dei vostri associati?

La Cisl e la Felsa esercitano una rappresentanza e una tutela generale che coniuga gli interessi della categoria e delle professioni nel più ampio contesto del settore della finanza e non solo. Noi, in particolare, lo facciamo in una Federazione ad hoc per il lavoro autonomo per dare forza, legittimità e ruolo ai tanti e diversi professionisti che vi operano. I consulenti finanziari abilitati p.e. solo sono una parte di questo universo e le diverse associazioni professionali, alcune storiche, altre di recente costituzione, non possono e non potranno mai avere per la loro stessa natura questa funzione generale, essendo portatrici, seppur legittime, di interessi specifici ed esclusivi. Una scelta riduttiva, avallata anche dalla Consob che nel regolamento intermediari prescrive per entrare in OCF cambi statutari e precisi requisiti di esclusività di rappresentanza per questi soggetti, non immuni da potenziali conflitti di interesse. Tutto ciò a nostro avviso depotenzia e non di poco la gestione di una fase delicata ed importante come questa. Noi non entreremo in OCF, non è previsto e non ci interessa. Al tempo stesso siamo pronti a sostenere e dare il nostro contributo ad OCF, dall’esterno, con indicazioni e proposte precise. Così come siamo pronti a controllare che questo Organismo, con una responsabilità istituzionale ed un compito importante, sia davvero al servizio dei cittadini, a tutela dell’investitore e del risparmio. Per tornare a noi il sindacato ha altri compiti e scopi di carattere generale e lo testimoniano anche i risultati che complessivamente siamo riusciti ad ottenere.

 

A quali risultati si riferisce?

Mi riferisco al lavoro autonomo che rappresenta per noi la vera sfida. Va completato per via negoziale e contrattuale quanto fatto sul fronte giuridico. Nell’ultima legislatura il lavoro e le proposte della Cisl e della Felsa hanno migliorato le tutele e diritti per il lavoro autonomo. Il Job Acts in parte riguarda anche il nostro settore.

 

Consulenti finanziari. Dietro questo termine non si celano troppe figure, con contenuti, modalità e tipologie di lavoro diverse?

E’ proprio così. Sono molti i volti della consulenza finanziaria, una risorsa ma anche un problema reale. La gamma di professioni in tema di consulenza finanziaria può ricomprendere molte figure come gli ex promotori finanziari,i consulenti indipendenti, i private banker, gli agenti assicurativi, i mediatori creditizi sino ai commercialisti, ma sono attività che tra loro si distinguono in maniera netta. Sono lavori ed attività diverse. Su tale aspetto la legge ci dà una mano, il nuovo OCF accoglierà tre diverse tipologie di attività e di operatori.

 

Ci può dire qualcosa sull’occupazione nel sistema bancario e le previsioni per le reti ?

Il sistema bancario vive da tempo una grave crisi occupazionale. Da un' indagine Cisl del sindacato dei bancari emergono dati che destano grande allarme e preoccupazione. Occupazione in calo perenne per recuperare redditività ed utili per le banche, anche se, come dimostra il nostro studio, gli esuberi non portano poi utili. Diversa è la situazione nelle reti, più dinamica e flessibile, proprio per la tipologia prevalente di lavoro svolto: quello autonomo. E il modello delle reti è una delle ipotesi a cui guardano anche i grandi gruppi bancari. La crisi del settore richiede innovazione e capacità di dare risposte sul fronte occupazionale, ma anche di saper leggere bene la realtà e non lavorare in astratto.

 

Il modello di Intesa San Paolo del contratto ibrido può essere una ipotesi?

Si tratta come sappiamo di due contratti, due forme diverse di lavoro che si sommano sulla stessa persona con un unico datore di lavoro. Confermo il giudizio già dato di una costruzione giuridica problematica che potrà essere giudicata positiva solo se darà risposte concrete sul fronte occupazionale e se estenderà tutele rese esigibili non caricando in capo allo stesso soggetto obblighi previdenziali plurimi e fiscali diversi.

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