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Mercati emergenti: Aviva Investors rivede la view a neutral

7/6/2018

Le politiche protezionistiche costituiscono la principale minaccia per i mercati globali, soprattutto per i grandi paesi esportatori tra cui Cina e paesi asiatici emergenti


Aviva Investors ha rivisto la sua esposizione sull’azionario dei mercati emergenti, passando da overweight a neutral, alla luce degli sviluppi economici e politici negli Stati Uniti che hanno influenzato l’outlook sui mercati finanziari globali e le prospettive economiche. È quanto scrive l'asset manager britannico del gruppo assicurativo Aviva in una nota. "È probabile che la Fed aumenti i tassi altre sei volte entro la fine del 2019. La forte crescita economica degli Stati Uniti dovrebbe portare l’incremento del PIL mondiale al 4% quest'anno, il ritmo più elevato dal 2011. Le aspettative di crescita sono però meno consistenti altrove, visto che la Bce e la Banca del Giappone difficilmente prenderanno ulteriori decisioni sui tassi prima della metà del prossimo anno" ha dichiarato la società nel suo outlook relativo al terzo trimeste.

Secondo Aviva Investors, le politiche protezionistiche costituiscono la principale minaccia per i mercati globali. Gli Stati Uniti, infatti, nelle scorse settimane hanno annunciato dazi su 34 miliardi di dollari di prodotti cinesi, minacciando di estendere le misure fino a 400 miliardi. E le misure sono entrate in vigore oggi allo scoccare delle 00:01 di Washington (6:01 in Italia) con l'operatività delle tassa al 25% sull'import di 818 beni, tra parti di auto, apparecchiature medicali, aerospazio e information technology. La Cina ha risposto che inizierà a imporre tariffe doganali di ritorsione sui beni USA dopo l’entrata in vigore di dazi statunitensi.

Se l'attuale contesa tra le due maggiori economie mondiali dovesse trasformarsi in una vera e propria guerra commerciale, le aspettative di crescita per i grandi esportatori - tra cui Cina, Giappone, paesi asiatici emergenti ed Eurozona - diminuirebbero drasticamente. "Date le prospettive di crescita, restiamo positivi sugli asset rischiosi globali, ma segnaliamo un aumento del rischio di mercato. Abbiamo ridimensionato le nostre aspettative in merito ai rendimenti azionari, in particolare quelli maggiormente legati all’andamento del commercio e del dollaro. Al contempo, abbiamo migliorato la nostra view sul comparto azionario statunitense" commenta Michael Grady, senior economist e strategist di Aviva Investors. 

"Anche se non dobbiamo sottovalutare il rischio di crescenti tensioni sugli scambi commerciali, la politica America First del Presidente Trump potrebbe rivelarsi un fattore disruptive nei prossimi due anni - consideriamo questi sviluppi come elementi di volatilità che possono essere affrontati finchè non compromettono la ripresa globale. Non ci stupiremmo, tuttavia, di assistere con maggiore frequenza a picchi di volatilità o a mini-crash, poiché il sostegno delle banche centrali si sta lentamente riducendo e i mercati finanziari devono ri-prezzare il rischio sottostante" conclude Grady.

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