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Ecco come Cassa Lombarda sta affrontando l’emergenza

3/26/2020 | Daniele Riosa

“La digital transformation ha coinvolto tutti i settori della banca al di là dei classici servizi di consulenza evoluta”. Andrea Jesi Ferrari, responsabile direzione private banking, intervistato da advisoronline.it, racconta come l’istituto di credito sta affrontando la crisi Coronavirus. Dal lato CF spiega che "il rapporto con la clientela si è addirittura arricchito”


“La digital transformation ha coinvolto tutti i settori della banca al di là dei classici servizi di consulenza evoluta”. Andrea Jesi Ferrari, responsabile direzione private banking di Cassa Lombarda, intervistato da advisoronline.it, racconta come l’istituto di credito sta affrontando l’emergenza Coronavirus. Dal lato CF spiega che “il rapporto con la clientela, in moltissimi casi, si è addirittura arricchito”. E chiude con un auspicio: “Se riusciremo a riconoscere gli errori e a valorizzare le esperienze, da questa enorme criticità potrebbero nascere tante nuove opportunità”.

Che cosa possono fare le reti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus?
“L’emergenza Coronavirus ha comportato trasformazioni straordinarie in ogni aspetto lavorativo. In particolare, il mondo delle reti bancarie, che già da tempo stava investendo nell’ambito della tecnologia a supporto del lavoro e delle relazioni a distanza, di fronte ad uno tsunami di queste proporzioni ha dovuto imprimere un’accelerazione definitiva all’assetto organizzativo generale. Le implementazioni che il nostro sistema stava portando avanti per supportare sempre più un concetto moderno del lavoro, sia a livello remoto sia dal punto di vista del supporto tecnologico, sono state definitivamente anticipate e attivate. Quella che potremmo definire la digital transformation ha evidentemente coinvolto tutti i settori della Banca al di là dei classici servizi di Consulenza Evoluta: dalla Direzione IT alle Risorse Umane, dall’Organizzazione al Project Management, rendendo funzionante, sicuro ed affidabile l’assetto operativo mutato. In tale contesto ci siamo rapidamente posti nella condizione di fornire una risposta puntuale ad ogni necessità della clientela, sia che si trattasse di investimenti (raccolta e trasmissione ordini, raccomandazioni, controlli di adeguatezza ecc.), sia con riguardo ai classici servizi bancari”.

Come cambia il ruolo del consulente finanziario in questo momento?
“Ciò che non è mutato è il consueto livello di presidio sulla relazione con la clientela da parte dei nostri Banker, nonostante si siano evidentemente diradate le occasioni di contatto e di confronto diretto che sino ad oggi hanno caratterizzato il modus operandi di una banca Private come la nostra. In un contesto generale tanto drammatico ed incerto come quello che stiamo vivendo, ognuno di noi è chiamato ad esprimere il meglio di sé. Il nostro compito è da sempre quello di supportare i clienti nell’assunzione di decisioni che riguardano il patrimonio, che in moltissimi casi rappresenta il frutto del lavoro e dei sacrifici di una vita. Nei momenti in cui l’incertezza sembra caratterizzare aspetti cruciali dell’esistenza sappiamo bene quanto sia importante poter contare sulla vicinanza e sulle competenze di chi, in modo professionale ma spesso nel contempo anche famigliare, aiuti ad interpretare i fatti e a prendere decisioni importanti. In sostanza, mi sento di affermare che, nonostante siano cambiate le modalità operative, il rapporto con la clientela sia rimasto inalterato ed anzi, in moltissimi casi, si sia addirittura arricchito poiché divenuto ancora più profondo nella condivisione dell’eccezionalità del momento storico. Tornando alla prima domanda, ovvero cosa possono fare le reti, e le banche Private in generale, per fronteggiare l’emergenza credo che al di là dell’organizzazione interna delle strutture, peraltro imprescindibile, valgano in questo momento il rispetto tassativo dei decreti e la disciplina che ognuno di noi dovrà mettere in campo sino a quando l’emergenza non sarà passata. Poi verrà il tempo delle riflessioni e delle considerazioni. Sono personalmente certo che molte cose cambieranno, nel nostro come in tantissimi altri settori, e ciò non solo e non tanto per l’accelerazione tecnologica che ci siamo dovuti imprimere quanto per la diversa percezione che avremo del mondo. Se riusciremo a riconoscere gli errori e a valorizzare le esperienze, da questa enorme criticità potrebbero nascere tante nuove opportunità. Per me si tratta di un auspicio ma anche di un augurio”.

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