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Infrastrutture: le tre D che ne sosteranno la crescita

10/18/2023 | Redazione ADVISOR

Digitalizzazione, Delocalizzazione, Decarbonizzazione sono secondo Biff Ourso, senior managing director di Nuveen e Jay Rosenberg, head of real assets di Nuveen, i fattori che renderanno questa asset class premiante


Secondo l’indagine EQuilibrium di Nuveen, asset manager attivo nel mondo della sostenibilità, gli investitori istituzionali sono sempre più interessati al mondo delle infrastrutture considerate come una risposta alle sfide attuali, tra la copertura dell’inflazione al rendimento, tra gli obiettivi di impatto alla mitigazione del rischio climatico.

Ma non solo anche le interruzioni dell’approvvigionamento energetico influenzeranno in modo determinante le strategie di investimento nei prossimi cinque anni, tanto che il 75% degli intervistati le considera il principale megatrend.

Ma cosa rende così popolare le infrastrutture tra gli investitori? Per Biff Ourso, senior managing director di Nuveen, e Jay Rosenberg, head of real assets di Nuveen è il loro potenziale di crescita, che si può riassumere nelle tre D (digitalizzazione, delocalizzione e decarbonizzazione).

“La tecnologia ha trasformato molti aspetti della vita moderna e gli asset digitali sono ora una componente vitale dell’infrastruttura di un’economia moderna. Può trattarsi di beni fisici come data center, torri di comunicazione e reti in fibra. Ma anche la digitalizzazione delle reti attuali per migliorare l'efficienza” spiega Biff Ourso. “Le aziende cercano di ridurre la concentrazione, i costi o altri rischi nelle loro catene di fornitura. Questo probabilmente includerà lo spostamento delle capacità produttive che attualmente sono all’estero in zone più vicine ai mercati finali. Le recenti politiche per l’energia pulita negli Stati Uniti e in Europa hanno creato incentivi per la produzione nazionale. Tutte queste azioni modificheranno il flusso di merci, con un impatto sulle infrastrutture di supporto necessarie” continua l’esperto. Infine “poiché le aziende, i governi e persino i consumatori cercano di ridurre le emissioni di carbonio e di passare a un mondo a zero emissioni, le implicazioni e le opportunità di investimento nell’energia pulita e nelle relative infrastrutture sono enormi”.

“Gli asset infrastrutturali sono spesso monopolistici o quasi monopolistici, a causa dei servizi essenziali che forniscono, delle loro dimensioni e della loro natura ad alta intensità di capitale. Data la necessità delle infrastrutture per il nostro modo di vivere, la domanda di servizi o di prodotti è relativamente stabile. Le minacce competitive limitate e le caratteristiche anelastiche della domanda la rendono meno sensibile ai cicli economici e ai cambiamenti delle condizioni di mercato” aggiunge Rosenberg.

E gli esperti sottolineano come i rendimenti di molti asset infrastrutturali si siano adeguati al contesto attuali di tassi in crescita e inflazione elevata. “L’effetto dell’aumento dei tassi di interesse ha molte sfumature. Dipende dall’asset, dalla struttura di finanziamento e anche dalle tendenze del settore. In Nuveen siamo molto prudenti sull’uso della leva finanziaria. Finora, quindi, i tassi più elevati non hanno rappresentato un rischio eccessivo per i nostri portafogli. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione e dei tassi comporta un aumento dei costi dei progetti greenfield e delle spese in conto capitale, per cui è necessario studiare attentamente gli aspetti economici prima di procedere con nuovi investimenti” riflette Ourso.

E guardando alle opportunità Rosenberg suggerisce: ”Un’area dei nostri portafogli su cui abbiamo continuato a focalizzarci negli ultimi anni è stata quella delle infrastrutture energetiche nordamericane, come i gasdotti. Queste società hanno flussi di cassa contrattualizzati, in genere con meccanismi automatici di adeguamento delle tariffe che consentono ai ricavi di superare gli aumenti dei costi. Il settore dei rifiuti presenta dinamiche simili, con solidi meccanismi per trasferire l’impatto dell’inflazione ai clienti in tempi relativamente brevi”

“Con la rapida crescita dei dati, la definizione di infrastruttura essenziale si sta evolvendo rapidamente nel settore digitale. Questo porterà a un aumento degli investimenti in aree come i data center, le piccole celle, la fibra ottica e le aziende che abilitano le comunicazioni moderne, supportano il cloud e forniscono funzioni e servizi aziendali IT fondamentali” aggiunge Ourso.

Ed entrando più nello specifico della transizione energetica Ourso indica “quando si parla di decarbonizzazione, il mercato di riferimento copre l’intero ecosistema delle infrastrutture energetiche. Questo comprende la generazione di energia pulita, ma anche le infrastrutture come lo stoccaggio dell’energia, la termovalorizzazione, la distribuzione e la trasmissione dell’energia. Negli Stati Uniti è una sfida trasportare l’energia dalle aree remote in cui viene ai centri industriali e urbani in cui viene consumata”.

“Tra i settori del mercato pubblico che trarranno i maggiori benefici dalla transizione energetica vi sono le utility elettriche, le energie rinnovabili pure play. Molte aziende energetiche affermate sono in prima linea nella transizione energetica, mentre altre sono parte integrante della catena di approvvigionamento. Anche alcuni trasporti potrebbero trarre vantaggio dal cambiamento dei comportamenti a favore di opzioni a più basse emissioni di CO2”e conclude “La conoscenza dei nostri team di investimento e il crescente interesse dei nostri clienti hanno favorito la crescita delle soluzioni di investimento in infrastrutture di Nuveen. In Nuveen, i nostri principali temi d’investimento si concentrano sulla transizione energetica, sui trasporti, sul digitale e sui settori ambientale e sociale. Investiamo in tutta la struttura del capitale in asset e progetti in tutto il mondo, dallo sviluppo alla costruzione fino alla gestione".

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