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Risparmio gestito: fondi e polizze tornano ai livelli pre-crisi

6/3/2016

La ricchezza finanziaria degli italiani in termini pro capite torna ai massimi del 2007. Prosegue la sostituzione di titoli pubblici e obbligazioni bancarie nei portafogli delle famiglie


La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane torna ai livelli raggiunti nel periodo pre-crisi. È quanto emerge dalla Relazione annuale 2015 di Banca d’Italia, che fa notare come nel 2015 il patrimonio finanziario degli italiani sia cresciuto del 2,2% (2,8% al netto delle passività), principalmente per effetto della rivalutazione delle attività in portafoglio. In termini pro capite, la ricchezza degli italiani torna così ai livelli raggiunti nel 2007, anche se Bankitalia fa notare che in quell'anno, precedente allo scoppio della crisi finanziaria, la ricchezza era nettamente superiore a quella dell’area dell’euro, mentre a fine 2015 la differenza si è pressoché annullata.

Quest’ultima dinamica si spiega sia con il calo più ampio del valore delle attività finanziarie, protrattosi in Italia fino al 2011 per la crisi del debito sovrano, sia con il livello molto contenuto dei nuovi investimenti finanziari, dovuto alla maggiore contrazione della propensione al risparmio e alla più debole dinamica del reddito: gli acquisti di attività finanziarie da parte delle famiglie, al netto delle vendite, sono stati di 24 miliardi di euro nel 2015, circa un terzo di quelli del 2007.

Quanto alle scelte d’investimento, gli italiani continuano a essere influenzate dalla ricerca di combinazioni tra rischi e rendimenti più efficienti in risposta al basso livello dei tassi di interesse. In particolare, anche nel 2015 è proseguita la sostituzione di titoli pubblici e di obbligazioni bancarie con strumenti di risparmio gestito, quote di fondi comuni e prodotti assicurativi, la cui incidenza nel portafoglio delle famiglie ha superato quella delle attività liquide (depositi e circolante), come nel periodo precedente il 2007.

In base ai dati inclusi nella Relazione, le famiglie che maggiormente diversificano il proprio portafoglio sono quelle con redditi più elevati: il 16% di queste detiene almeno due strumenti finanziari, per lo più titoli pubblici e obbligazioni bancarie, oltre ai depositi. Le famiglie con redditi inferiori possiedono per lo più depositi.

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