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Risparmio: solo 1 italiano su 5 considera l'alternativa al cash

3/13/2018

Bankitalia: cala la percentuale di famiglie che detengono un'attività finanziaria diversa dai depositi bancari e postali


Cresce il reddito degli italiani ma si allarga la forbice tra le famiglie più ricche e quelle più povere che è tornata ai livelli degli anni ’90. È quanto emerge dall’ultima “Indagine sui bilanci delle famiglie italiane” di Bankitalia aggiornata al 2016. Stando ai dati di Via Nazionale, il reddito medio delle famiglie nel 2016 è cresciuto del 3,5% rispetto a quello della precedente indagine sul 2014, dopo essere pressoché “ininterrottamente caduto dal 2006”, rimanendo comunque a un livello inferiore dell'11% rispetto al picco raggiunto in quell'anno. La crescita - spiega Bankitalia - è stata sospinta dall'aumento sia dei redditi unitari da lavoro dipendente sia del numero di percettori. “In tutte le principali classi di reddito, è cresciuta la quota di nuclei familiari che nel corso del 2016 sono riusciti a risparmiare. Secondo le famiglie, il reddito avrebbe continuato a crescere anche nel corso del 2017” prosegue la nota di Via Nazionale. Bankitalia poi lancia l’allarme: è aumentata la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi che, "misurata dall'indice di Gini, è tornata in prossimità dei livelli prevalenti alla fine degli anni novanta del secolo scorso”. 

Quanto alla ricchezza, alla fine del 2016 la quota di famiglie che detenevano attività finanziarie è ancora salita, all’84% dal minimo del 79% raggiunto nel 2012, tornando sui livelli prevalenti prima della crisi finanziaria. Il valore medio familiare di tali attività era pari, tra chi le possedeva, a 33.000 euro (31.000 euro a prezzi costanti nel 2014). Solo circa il 22% deteneva almeno un’attività finanziaria diversa da depositi bancari o postali in conto corrente (circa il 26% nel 2014), per la maggior parte nella forma di investimenti diretti in titoli di Stato, obbligazioni private, azioni e titoli esteri. Il valore medio della ricchezza finanziaria di queste ultime famiglie era pari a circa 87.000 euro.

La distribuzione delle attività finanziarie è analoga a quella della ricchezza netta: il 30% delle famiglie con patrimonio netto più basso detiene solo circa il 4% della ricchezza finanziaria complessiva (in media circa 4.000 euro a famiglia); il 30% di quelle più abbienti ne possiede poco meno dell’80% (in media circa 72.000 euro), di cui oltre metà riconducibile ai nuclei appartenenti al 5%, che detengono in media circa 220.000 euro in attività finanziarie. È aumentata anche la quota di individui a rischio di povertà, definiti come quelli che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano. “L’incidenza di questa condizione, che interessa peropiù le famiglie giovani, del Mezzogiorno o dei nati all'estero, è salita al 23%, un livello molto elevato” spiega Bankitalia. La ricchezza netta media e quella mediana sono diminuite del 5 e 9% a prezzi costanti e il calo dipende quasi interamente dalla caduta dei prezzi delle case, mentre la quota di famiglie indebitate ha continuato a ridursi, al 21%.

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