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Banca d'Italia, appello per il ritorno dei PIR

5/31/2021

Nelle Considerazioni Finali, il Governatore invita il mondo bancario e gli intermediari a investire maggiormente in tecnologia, a credere nella sostenibilità, e a rimettere al centro l'economia reale.


“Per sostenere gli investimenti occorrerà intermediare con efficacia e con equilibrio l’elevato risparmio finanziario accumulato dalle famiglie. Le banche, l’intero settore finanziario, dovranno rispondere con prontezza e attenzione alle nuove sfide tecnologiche e ambientali. Avremo certamente altre occasioni per discuterne in profondità; mi preme qui sottolineare ancora una volta l’importanza che i cambiamenti avvengano – nel credito come nei pagamenti, nella gestione del risparmio come nei servizi di consulenza – con lungimiranza, in un quadro normativo stabile e chiaro, anche e soprattutto a livello europeo, con decisi progressi, inclusi quelli necessari per la prevenzione e la soluzione delle crisi bancarie”.

 

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni finali sul 2020 ha indicato chiaramente gli obiettivi di sviluppo per il mondo bancario e per gli intermediari finanziari. Uno sviluppo che ha tre grandi pilastri - la tecnologia, la sostenibilità, l’economia reale - e che può fare affidamento sul risparmio delle famiglie: “La quota di reddito destinata al risparmio ha superato il 15 per cento, il doppio del 2019” ha affermato Visco.

 

In particolare il Governatore della Banca d’Italia ha ricordato come “la necessità, imposta dalla pandemia, di ridurre l’interazione personale con la clientela ha favorito un’accelerazione nella diffusione delle nuove tecnologie. […] Tuttavia gli investimenti in tecnologie informatiche rimangono bassi. Il processo di rinnovamento delle infrastrutture va accelerato adeguando al tempo stesso competenze e assetti organizzativi. Le banche che nel recente passato hanno maggiormente investito nelle tecnologie per la valutazione del rischio di credito sono state quelle che dallo scoppio della pandemia più hanno aumentato i finanziamenti alle imprese”. 

 

Non solo. “Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando l’intera catena del valore dell’industria finanziaria, ben oltre il perimetro del sistema bancario, con innovazioni che possono portare a una migliore misurazione e gestione dei rischi, ad ampliare la platea dei potenziali clienti e a conseguire significative riduzioni dei costi. Prevedere quale sarà la nuova configurazione del mercato non è possibile, ma è certo che anche nell’intermediazione del credito e nella gestione del risparmio il nuovo equilibrio sarà diverso da quello attuale; chi non saprà prepararsi in anticipo al cambiamento e non si adatterà con prontezza sarà destinato a perdere rapidamente terreno”.

 

E sarà destinato a perdere terreno anche chi non saprà affrontare la sfida della sostenibilità: “Anche la transizione verso una economia sostenibile è destinata a produrre significativi cambiamenti nell’industria finanziaria” ha affermato Visco. “Essa offre agli intermediari l’opportunità di migliorare i profili reddituali contribuendo, allo stesso tempo, agli obiettivi di riduzione delle emissioni. Il finanziamento di progetti ecosostenibili e l’emissione di green bonds, ad esempio, possono consentire un aumento dei ricavi e, in prospettiva, una riduzione del costo della provvista. Le banche potranno inoltre beneficiare dello sviluppo di servizi di consulenza per le imprese che intendono raccogliere fondi per iniziative con un impatto ambientale positivo e del collocamento di prodotti di risparmio gestito orientati a questo segmento di mercato”.

 

Ma le imprese devono essere al centro di un’offerta di risparmio più ampia. Da qui l’invito esplicito di Visco ad immettere sul mercato un maggior numero di PIR alternativi: “Alla fine dello scorso anno le attività finanziarie delle famiglie affidate ad assicurazioni, fondi comuni e fondi pensione erano complessivamente pari al 35 per cento del totale, a fronte del 41 nella media dell’area dell’euro (fig. 12); la quota di attività gestite investita direttamente in titoli emessi da imprese era pari a circa un quarto, contro una media pari a oltre la metà” ha ricordato subito il Governatore della Banca d’Italia. “Anche se nell’ultimo decennio sono state adottate numerose misure, regolamentari e di natura fiscale, per indirizzare una quota maggiore dell’ingente risparmio finanziario verso le piccole e medie imprese, i risultati conseguiti sono stati modesti, riflettendo in buona parte la scarsità delle emissioni”. 

 

Da qui l’auspicio “che prosegua lo sviluppo dei fondi specializzati in titoli non quotati e dei fondi di credito, che consentono agli investitori di ridurre i rischi derivanti dalla detenzione di attività poco liquide. Nel 2020 il patrimonio dei fondi chiusi mobiliari, pur di entità ancora limitata nel confronto internazionale, è cresciuto del 12 per cento, con una raccolta concentrata nei fondi di private equity e in quelli specializzati nell’erogazione diretta di finanziamenti e nell’acquisto di crediti originati da altri intermediari. Da febbraio dello scorso anno abbiamo avviato le autorizzazioni per la costituzione di fondi che rispettano i requisiti previsti dalla normativa sui “piani individuali di risparmio alternativi”, finalizzata ad accrescere l’afflusso di risorse verso le società non quotate” ha concluso Visco.

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