Le nuove norme sul rientro dei capitali all’estero rischiano di mettere in fuga i clienti stranieri più ricchi e residenti da anni in Italia. Il caso è emerso sulle colonne del Messaggero di Roma in un articolo pubblicato mercoledì 16 luglio: le regole sull’adesione volontaria alla sanatoria, che prevede il pagamento di tutte le tasse evase (voluntary disclosure), potrebbero provocare un esodo di massa di quei cittadini facoltosi con doppio passaporto. 

 

Molti di questi - ad esempio, gli americani e gli inglesi che ormai da anni si sono trasferiti tra le colline del Chianti - vivono in Italia grazie alle rendite accumulate nei loro paesi, spesso gestite tramite trust di cui non sono gli unici beneficiari, ma sulle quali hanno già pagato le tasse nei paesi di provenienza. Ma stando alle nuove norme, nel caso abbiano anche il passaporto italiano, potrebbero essere sanzionati, anche penalmente, per non aver indicato nella dichiarazione dei redditi italiana il possesso di questi beni. Per mettersi in regola, quindi, dovranno pagare una tassa del 27% su un rendimento “presunto” del 5% annuo su tutto il patrimonio, che, nei casi di clienti di fascia UHNWI, può essere miliardario, anche se diviso tra centinaia di beneficiari.

 

Un pasticcio, chiosa il quotidiano romano, che avrebbe spinto addirittura l’ambasciata degli USA a scendere in campo, visto che da sola conterebbe circa 20.000 cittadini in queste condizioni. “Se la norma sulla voluntary disclosure entra in vigore, è facile prevedere un esodo molto significativo degli stranieri più facoltosi, che alimentano l’economia, favorendo gli investimenti stranieri in Italia nonché i consumi”, ha dichiarato al quotidiano romano Marco Maximilian Elser, un banchiere d’affari americano da tempo residente in Italia.