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Fisco: accordo Italia - Svizzera, via allo scambio di informazioni

1/16/2015

L'intesa facilita l'adesione alla voluntary disclosure da parte dei contribuenti italiani con capitali custoditi nelle banche della Confederazione elvetica. La formalizzazione per ora è limitata solo allo scambio di informazioni. Prima firma a febbraio


Dopo tre anni di trattative l'Italia e la Svizzera hanno raggiunto un accordo fiscale che facilita l'adesione alla voluntary disclosure da parte di contribuenti italiani con capitali custoditi nei forzieri delle banche elvetiche. La firma dell'accordo tra i ministri delle Finanze dei due paesi arriverà a metà febbraio (la deadline per la voluntary disclosure è il 2 marzo). Ad annunciarlo è stato Vieri Ceriani, consigliere economico del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, durante un briefing al ministero dell’Economia.

Ceriani ha parlato di un accordo epocale che dà strumenti di contrasto dell'evasione fiscale impensabili fino a qualche anno fa e che ha un effetto positivo sull'esito della voluntary disclosure in quanto allarga la platea dei potenziali aderenti alla regolarizzazione dei capitali dei contribuenti italiani con capitali fuori il confine. L'intesa è suddivisa in quattro capitoli: lo scambio di informazioni a richiesta, il regime fiscale dei lavoratori frontalieri, la presenza della Confederazione elvetica nelle black list italiane e Campione d'Italia. La formalizzazione per ora è limitata solo allo scambio di informazioni. Il resto è un accordo politico, una road map per i futuri negoziati. In ogni caso i due Paesi puntano a rendere efficace l'intero pacchetto al più tardi nel 2017.

In dettaglio, la firma dell'accordo tra Roma e Berna consente ai contribuenti italiani con capitali custoditi nel paese alpino e che volessero aderire alla regolarizzazione dei capitali varata con la nuova legge, di non essere penalizzati rispetto ad altri contribuenti che regolarizzano capitali detenuti in altri paesi non in "black list", come è considerata oggi la Svizzera. La voluntary disclosure, infatti, prevede il raddoppio delle sanzioni e dei termini di accertamento per chi regolarizza capitali da paesi in lista nera.

Con la firma dei ministri, la Svizzera verrà considerata invece come se fosse in white list, anche se formalmente lo sarà solo dopo la ratifica del nuovo trattato sulla doppia imposizione da parte dei parlamenti dei due paesi. Ceriani non ha chiarito quanto il governo si aspetta di incassare con la voluntary disclosure, sebbene nelle scorse settimane fonti governative abbiano fatto trapelare la cifra di 5,5 - 6,5 miliardi di euro. Il provvedimento comporta un costo variabile per l'evasore: “In alcuni casi - ha aggiunto Ceriani - può essere più conveniente degli scudi fiscali, in altri si può arrivare a versare anche il 70% degli attivi non dichiarati".

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