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MiFID II: il decreto legislativo all'esame del Senato

5/25/2017

Il testo è stato approvato in via preliminare dal Cdm dello scorso 28 aprile. Divide l'industria l'articolo 30bis, che estende l'autorizzazione della prestazione dei servizi fuori sede anche ai fee only


Arriva oggi sul tavolo della Commissione finanze del Senato, presieduta da Mauro Maria Marino (Pd), il testo del decreto legislativo di attuazione della MiFID II (direttiva 2014/65/UE) e di adeguamento della normativa nazionale alla MiFIR (regolamento UE 600/2014). Il testo è stato approvato in via preliminare dal Cdm dello scorso 28 aprile e ora passa al vaglio delle due Camere.

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Le nuove disposizioni regolano i potenziali conflitti di interesse tra le parti e richiedono un’adeguata profilatura del risparmiatore: le imprese di investimento, infatti, dovranno attenersi a regole più stringenti per garantire ai clienti che i prodotti finanziari loro offerti siano adeguati alle loro esigenze e caratteristiche e che i beni nei quali investono siano adeguatamente protetti. Si prevede poi che l’ESMA, l’EBA, per i depositi strutturati, e le autorità di vigilanza nazionali (Consob e Banca d’Italia) abbiano la facoltà di vietare o limitare la distribuzione di taluni prodotti finanziari. Tra le novità inserite nel testo, ricordiamo l’introduzione della consulenza “indipendente” e la possibilità per i fee only e le SCF di prestare il servizio fuori sede (articolo 30 bis) e alcune specifiche previsioni che devono essere osservate dalle imprese di investimento.

Particolarmente controverso è il punto dell’estensione dell’autorizzazione della prestazione del servizio fuori sede ai consulenti finanziari autonomi: Anasf, che rappresenta i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, ex promotori), e Assoreti, l’associazione delle reti di CF, nei giorni scorsi hanno espresso alcune perplessità a riguardo e preferirebbero il mantenimento dello status quo, con l’abilitazione limitata ai soli ex promotori. Di diverso avviso è Ascosim, l’associazione delle società di consulenza, che invece vorrebbe veder allargato il perimetro dell’autorizzazione anche ai fee only e alle società di consulenza abilitate.

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