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MiFID II: Camera e Senato valutano stop offerta fuori sede per i fee-only

7/5/2017

I deputati chiedono di modificare o cancellare l'articolo 30-bis. Più duri i senatori: abrogatelo. Le reazioni. Bufi (Anasf): "Legislatore attento a peculiarità italiana del mondo dei cf". Scolari (Ascosim): "Modifica meglio di soppressione. Governo valuti"


La possibilità di estendere l’offerta fuori sede anche ai fee-only rischia uno stop dopo il passaggio alla Camera e Senato. Nella seduta odierna deputati e senatori sono stati chiamati a votare la bozza di parere favorevole al testo del decreto attuativo della MiFID II, approvato in via preliminare dal governo i primi di maggio. Il via libera, però, è arrivato in entrambi casi accompagnato da alcuni ma e qualche se, ossia sottoforma di condizioni (quattro in entrambe le bozze di parere in votazione) e di osservazioni (8 nella bozza di parere della Camera e 13 in quella del Senato).

VIA L'ARTICOLO 30-BIS
In particolare, tra le osservazioni della Camera ce n'è una in cui gli onorevoli chiedono al governo di valutare “l’opportunità di rivedere, eventualmente sopprimendolo, il nuovo articolo 30-bis del TUF", relativo alle modalità di prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti da parte dei consulenti finanziari autonomi e delle società di consulenza finanziaria, che dà la possibilità ai fee-only e alle SCF iscritte all'albo di promuovere e di prestare il servizio di consulenza in materia di investimenti anche in luogo diverso dal domicilio eletto.

OFFERTA FUORI SEDE: CONSOB E OCF DIVISI SUL DESTINO DEI FEE-ONLY

L'ITER A MONTECITORIO
L'ok alla Camera era atteso ieri, ma è slittato di un giorno: la bozza di parere formulata dal relatore Sebastiano Barbanti (Pd) è stata rivista tre volte. Sul fronte della consulenza finanziaria, ad esempio, nella prima versione, anticipata informalmente via mail agli altri membri della commissione venerdì 30 giugno, non era stato menzionato l'articolo 30-bis, mentre nella seconda bozza di parere, riformulata sempre da Barbanti e inviata informalmente sempre via mail ieri in mattinata, è stata accolta l’istanza di OCF che chiedeva di sopprimere l’articolo 30-bis.

La posizione degli onorevoli, per la verità, alla fine è risultata lievemente più soft rispetto alle richieste fatte dalla presidente dell'albo unico Carla Rabitti Bedogni durante un'audizione informale a Palazzo Madama nelle scorse settimane: chiedono infatti di modificare ed eventualmente di cancellare l’articolo in questione. La motivazione, tuttavia, è la stessa addotta da OCF, in quanto - si legge nella bozza in votazione a Montecitorio - “tale disposizione, di per sé non richiesta ai fini del recepimento della direttiva MiFID II nell'ordinamento nazionale, potrebbe pregiudicare un efficiente esercizio delle funzioni di vigilanza per la tutela del risparmiatore da parte dell'Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari, con difficoltà oggettive nell'esecuzione delle ispezioni e nel reperimento della documentazione di supporto per le istruttorie”.

...E A PALAZZO MADAMA
Più duro, invece, è il parere espresso nella bozza elaborata dal presidente Mauro Marino (Pd), presidente della commissione finanze del Senato. Riguardo alla possibilità dell'offerta fuori sede per i fee-only e le SCF, nelle osservazioni il Senato chiede, senza girarci troppo intorno, di valutare “l’opportunità di abrogare l’articolo 30-bis”. Proprio come chiesto da Rabitti Bedogni.

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COMPETENZE CF E CASE ESTERE
Tra le altre osservazioni, incluse sia nella bozza di parere della Camera sia in quella del Senato, onorevoli e senatori suggeriscono inoltre all'esecutivo di estendere i "requisiti di conoscenza e competenza previsti per le persone fisiche che forniscono consulenza in materia di investimenti o informazioni su prodotti e servizi finanziari anche ai consulenti finanziari autonomi" e "ai soggetti che svolgono attività di consulenza in materia di investimenti per conto delle società di consulenza finanziaria". Quanto agli operatori esteri del settore, Camera e Senato hanno chiesto all’esecutivo di "eliminare anche l'obbligo di istituire una succursale per l'offerta di servizi di investimento da parte di operatori di Paesi terzi a controparti qualificate (clientela professionale e istituzionale) oltre che nei confronti dei clienti al dettaglio o dei clienti professionali”.

LE REAZIONI
Intanto, sono arrivate le prime reazioni da parte delle associazioni di categoria. Maurizio Bufi, presidente di Anasf, ha detto di apprezzare il punto di vista espresso da Camera e Senato nelle bozze di parere, che includono la possibilità di uno stop all'offerta fuori sede per i fee-only. E in un tweet ha scritto che "il legislatore dimostra attenzione al mondo dei cf abilitati ed alla loro peculiarità sul mercato italiano".

Sul versante opposto Massimo Scolari, presidente i Ascosim, raggiunto al telefono da AdvisorOnline.it  ha espresso rammarico sull'esito parlamentare del decreto, aggiungendo tuttavia che "la modifica è comunque meglio che la soppressione dell'articolo 30-bis". "Il Governo valuti: Ascosim è disponibile a mettere a disposizione del Governo e Mef le proposte di modifica dell'articolo 30-bis" ha detto Scolari. In un comunicato Ascosim ricorda poi che "già aveva partecipato a tutte le fasi della consultazione sul provvedimento" e ritiene infine che "anche con il dialogo costruttivo con le altre associazioni rappresentative della categoria, potranno essere individuate le misure più idonee a garantire la tutela dei risparmiatori e la concorrenza tra gli operatori del settore".

Dopo il via libera di Camera e Senato, la palla ripassa al governo che avrà tempo (stando alle regole europee) fino al 3 agosto - un mese dopo il termine del 3 luglio - per dare l'ok definitivo al decreto attuativo. La MiFID II poi entrerà ufficilamente in vigore in Italia il 3 gennaio 2018. Domani, giovedì 6 luglio, è attesa invece la Relazione annuale di OCF alla Camera, con il discorso di Rabitti Bedogni. 

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