Tempo di lettura: 3min

MiFID II: chi vuole (e chi no) la trasparenza sui costi

2/22/2019

Nelle prossime settimane banche e intermediari dovranno inviare le informative ex post con i costi relativi agli investimenti espressi anche in termini assoluti. Ma le associazioni di settore hanno chiesto alla Consob più tempo in attesa di ulteriori delucidazioni


Nelle prossime settimane banche e intermediari dovranno comunicare per la prima volta alla clientela i costi annessi agli investimenti in maniera chiara e trasparente con l'invio della rendicontazione. Ma la data di spedizione delle prime comunicazioni, in cui gli oneri sostenuti dai clienti dovranno essere forniti anche in numeri assoluti, è destinata ad essere rinviata. Nelle scorse settimane, come riporta Plus24, le associazioni del settore (Abi, Assoreti, Assosim e Assogestioni) hanno chiesto alla Consob di proporre all’Esma l’avvio di un tavolo di lavoro per fornire alcuni chiarimenti in merito proprio all'informativa sui costi e sugli oneri pevista dalla MiFID II, che è entrata in vigore il 3 gennaio 2018, un anno dopo la data inizialmente prestabilita. Ad alcuni operatori del settore, però, la richiesta è sembrata più che altro un tentativo per spostare più in là l'invio delle rendicontazioni che potrebbero creare qualche complicazione a banche e reti distributive e in cui saranno esplicitati nel dettaglio tutte le voci di costo.

Un portavoce di Esma, contattato da Advisoronline.it, chiedendo se l'authority europea può aprire un tavolo su questi argomenti e se fosse arrivata una richiesta in merito da parte di Consob, ha spiegato che l'authority europea non commenta le comunicazioni tra Esma e le autorità nazionali. Tuttavia, Abi, in una nota ha scritto "che l’Esma ha avviato e non concluso i lavori, anche con la collaborazione di Consob, per fornire chiarimenti relativamente alle informative e rendicontazioni periodiche, per ottenere la maggiore omogeneità di tali normative nei mercati dell’Unione Europea, per avere identici parametri in tutti i paesi della UE e quindi per avere confronti in maniera omogenea". L'Abi, sempre nella nota, spiega di aver inviato una circolare agli associati in cui si sottolinea che "gli obblighi di informativa sono in vigore e che gli intermediari dal 3 gennaio 2018 hanno prodotto l’informativa ex-ante, cioè quella che deve essere messa a disposizione prima dell’effettuazione dell’investimento".

"Per quanto riguarda la cosiddetta informativa ex-post, cioè la rendicontazione dei costi e oneri complessivamente sostenuti dai clienti, gli intermediari debbono ora produrla, con riferimento alla rendicontazione per il 2018" prosegue nella nota Abi, aggiungendo che "fornirà ulteriori elementi se Esma e Consob pubblicheranno ulteriori documenti a riguardo". MoneyFarm, società di robo advisory, ha fatto sapere di aver inviato una lettera alla Consob per chiedere la "piena e rapida applicazione delle normative sulla trasparenza nella comunicazione dei costi agli investitori".

"Dal nostro punto di vista non riteniamo che siano possibili ulteriori indugi. Proprio Esma ha ricordato recentemente che l'Italia è il paese in cui i costi associati ai prodotti finanziari sono tra i più alti in Europa: gli investitori italiani pagano motto di più dei loro pari europei per la gestione del proprio patrimonio (senza averne peraltro, nella maggior parte dei casi, alcuna consapevolezza). Le commissioni pagate, inoltre, superano spesso i rendimenti ottenuti: si tratta di una vera e propria emergenza che riguarda gli oltre 4.000 miliardi di euro di patrimonio mobiliare delle famiglie" si legge nella lettera inviata al presidente vicario della Commissione, Anna Maria Genovese.

Massimo Scolari, presidente di Ascofind, associazione delle società di consulenza finanziaria, dice ad AdvisorOnline.it che "il confronto tra le Authority non può costituire un pretesto per rinviare l’applicazione della norma che prevede precise scadenze temporali", come lo è, ad esempio, l’obbligo di fornire l’informativa sui costi ex-post almeno su base annuale. Inoltre, prosegue Scolari "ricordo che l'authority europea già nell’ottobre 2017 era intervenuta sul tema della tempistica dell’invio dei rendiconti relativi al 2018, indicando che, alla scadenza della prima annualità del rapporto, l’informativa doveva essere inviata dagli intermediari".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?