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10/28/2014 | Redazione Advisor
Sono 13 gli istituti di credito della zona euro che hanno fallito l’esame sugli attivi condotto dalla Banca centrale europea. Ma il destino delle banche bocciate non è il medesimo e occorre distinguere tre situazioni differenti: “Nella maggior parte dei casi, sarà possibile trovare una soluzione per rafforzare il capitale - rassicura David Benamou, ceo di Axiom, boutique francese specializzata sul settore bancario (nella foto) -. Un istituto non sarà in grado di andare avanti come banca pienamente operativa e su altri due rimane il punto interrogativo”. A differenza di molti altri analisti e operatori, l’ad di Axiom fa nomi e cognomi. Le tre situazioni più incandescenti sarebbero Österreichische Volksbanken, Permanent TSB e l’italiana Banca Carige: “Per gli ultimi due, spiega Benamou, il verdetto è ancora aperto”.
Tra le sorprese positive l’ad indica Banco Popular e Commerzbank. Negativo è il giudizio su Monte dei Paschi. Le criticità della banca più antica del mondo erano note. La sorpresa sta nelle dimensioni dell’ammanco di capitale emerso dall’analisi sugli attivi: l’impatto dell’Asset quality review sul common equity core tier 1 di Rocco Salimbeni è infatti di 320 punti base.
In generale, Benamou ritiene che l’operazione trasparenza condotta da Bce ed Eba sia da considerare un successo: ha costretto le “zombie banks” ad uscire allo scoperto. Ha ripristinato la fiducia degli investitori: “il mercato voleva vedere scorrere del sangue, ricorda l’ad -. Avevamo stimato che per dimostrare la solidità dell’esercizio di pulizia, la Bce dovesse mettere in luce un aumento dei crediti deteriorati tra il 10 e il 15%. Il numero finale è del 16%. Da questo punto di vista lo stress test è un successo. Tuttavia”, conclude Benamou, “questo non sarà sufficiente a innescare un significativo aumento del credito in Europa”.
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