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Tecnologia: ecco gli strumenti (davvero) utili per i banker

8/19/2015 | pieremilio.gadda

Solo alcuni sono ritenuti utili. Altri appaiono poco spendibili per migliorare la relazione con i clienti


Nessuna private bank può essere competitiva se non investe nello sviluppo di un’adeguata piattaforma tecnologica. Ma secondo un’indagine realizzata dall’ufficio studi dell’Aipb, non tutti gli strumenti sono ritenuti ugualmente efficaci da parte dei professionisti della consulenza: sono utili (90%) e spendibili verso il cliente (84%) soprattutto i supporti messi a disposizione dalla banca per conoscere l’andamento dei mercati e lo scenario di riferimento.

 

91 banker su 100 valutano positivamente anche gli aggiornamenti sulle caratteristiche tecniche dei prodotti e servizi offerti ma solo il 73% li ritiene spendibili con i clienti. Gli strumenti di simulazione per la consulenza di portafoglio vengono giudicati utili nel 79% dei casi ma una percentule inferiore (70%) li ritiene efficaci per migliorare la relazione con il cliente. Tre banker su quattro pensano che i software per la pianificazione finanziaria siano uno strumento valido ma solo i due terzi lo definiscono spendibile con i clienti. Infine ci sono le funzioni di wealth planning, che supportano il banker nella consulenza assicurativa, immobiliare e fiscale. Il 67% li ritiene utili, il 64% adatti a perfezionare il rapporto con i clienti.

 

In ogni caso, prima di giungere ad una concreta proposta d’investimento, frutto della convergenza tra la view di mercato dell’istituto e gli obiettivi finanziari dei clienti, tutti gli istituti Private che mirano ad offrire una consulenza evoluta sono strutturati per offrire attività di supporto all’attività dei banker come quelle dedicate all’analisi macroeconomica dei mercati, alla selezione dei prodotti finanziari, alla pianificazione della strategia di investimento e all’elaborazione dei portafogli modello; vengono effettuate simulazione per valutare i possibili effetti sul portafoglio al variare di alcuni parametri macroeconomici, si realizzano analisi quantitative per l’assegnazione dei pesi relativi ai singoli mercati, asset class e strumenti finanziari. Infine, nell’ambito di un processo formalizzato di selezione dei prodotti, avviene un’analisi e una revisione periodica dell’universo investibile secondo i principi di product governance di MiFID2.

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