La performance passata dei singoli professionisti coinvol...

09/09/2015
Haefele (Ubs): “Preparatevi così alla svolta del 17 settembre”
di Pieremilio Gadda
Highlights- Il Cio dichiara esposizione neutrale su azioni statunitensi
- Posizioni di rischio su Eurozona e Giappone

Fra pochi giorni, il prossimo 17 settembre, la Federal Reserve americana potrebbe alzare i tassi d'interesse. Sarebbe la prima volta dal 2006. E nonostante la svolta monetaria sia stata più volte procrastinata e ampiamente dibattuta, molti temono una reazione violenta da parte dei mercati. Mark Haefele, global chief investment officer wealth management di Ubs la pensa diversamente. “Storicamente, i rialzi dei tassi d’interesse accompagnati da una crescita dell’economia hanno sostenuto i mercati azionari – ricorda il cio -. Negli ultimi 60 anni, le azioni statunitensi hanno guadagnato in media il 9,4% nei 12 mesi successivi al primo intervento operato dalla Fed nell’ambito di un nuovo ciclo restrittivo. Detto ciò, è probabile che questa volta le piazze azionarie americane registrino rialzi più contenuti”.
Da un lato, spiega Haefele, il tasso sui Fed Fund è pari a zero ormai da sei anni e l’S&P 500 ha già messo a segno un rally di circa il 210% dai minimi del 2009. Inoltre, il dollaro forte pesa sugli utili delle società degli Stati Uniti. “Deteniamo un’esposizione neutrale alle azioni statunitensi e preferiamo assumere posizioni di rischio nell’Eurozona e in Giappone, dove la crescita degli utili è più solida e la politica monetaria resta più accomodante”.
Più che la data del primo intervento, ciò che conta, in ogni caso, è la continua rassicurazione da parte della Fed che la decisione sui tempi e il ritmo della stretta monetaria «dipenderà dai dati»: “è il modo della banca centrale di dire «vi copriamo le spalle>>”, chiosa il cio. Molti osservatori sono convinti che l'economia statunitense sia abbastanza solidi da giustificare l'avvio di un inasprimento del costo del denaro. Ma al tempo stesso, i bassi livelli d'inflazione consentono di non prendere decisioni affrettate. Nel corso del prossimo anno, calcola Haefele, la crescita del Pil americano dovrebbe mantenersi intorno al 2–3%, mentre l’inflazione strutturale è prevista in graduale aumento fino all’1,5–2,0%. “In questo quadro, ci aspettiamo che la Fed alzi i tassi d’interesse all’1% circa entro fine 2016, in linea con le attese del mercato. Il primo intervento restrittivo giungerà a nostro avviso a settembre. È vero però che probabilmente la Fed agirà con prudenza e, in caso di dubbi, potrebbe aspettare ancora”.
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