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Palacino (Bny Mellon IM): “Ecco le strategie vincenti per i private nel 2016”

12/2/2015 | Redazione Advisor

Rendimenti dal 2 al 12% con absolute return, private loan e credito distressed


Niente illusioni. Il “new normal” dei mercati finanziari imporrà anche nel 2016 rendimenti modesti per le classi di attivo tradizionali, volatilità in aumento su Borse e credito societario. “Questo influenzerà le scelte dei risparmiatori italiani e del segmento private in particolare, favorendo la diffusione di nuove strategie d'investimento”, osserva Marco Palacino, Managing Director per l’Italia di BNY Mellon IM (nella foto).

 

Quali saranno le tendenze principali per il nuovo anno? Dipende dall'obiettivo che l'investitore si pone. Se si accontenta di ottenere rendimenti superiori a quelli nulli e negativi dei governativi nei Paesi sviluppati e vuole contenere la volatilità, premette Palacino, un ritorno del 2% conseguito con un basso livello di rischio rappresenta già un traguardo significativo, considerando che i Btp a 10 anni stentano a raggiungere l'1,5% e i Ctz registrano tassi negativi. “Crediamo che le strategie a ritorno assoluto siano in grado di raggiungere tale obiettivo, perché permettono al gestore di assumere posizioni al rialzo e al ribasso sui titoli e sugli indici in base all’outlook di mercato. In questo modo, limitano la volatilità e permettono di ottenere rendimenti positivi in qualsiasi condizione sottostante". Questi prodotti liquid alternative, spiega il country head, sono adatti a ogni tipo di investitore, ma sarà proprio il canale del private banking a puntarvi in misura maggiore: da un lato, si rivolgono a un target più evoluto, dall'altro, possono trovare spazio più facilmente in portafogli di maggiori dimnensioni.

 

Per chi cerca rendimenti più elevati ed è disposto a tollerare una maggiore esposizione al rischio, Palacino intravede opportunità interessanti nelle strategie che puntano sul debito privato, sia attraverso i private loan sia tramite il credito distressed. “Si tratta di soluzioni d’investimento che nel 2016 mirano a generare un rendimento più alto di 8-12 punti percentuali rispetto a quello dei bund. La contropartita risiede in una maggiore illiquidità dei titoli, che vanno quindi selezionati con cura da gestori esperti e specializzati in debito sub-investment grade per minimizzare i rischi di default e insolvenza. Per questo riteniamo che tali fondi siano particolarmente adatti agli investitori private, con maggiori disponibilità di capitale”.  

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