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"Siamo (ancora) nelle mani di Mario Draghi"

1/20/2016 | Massimo Trabattoni (*)

Ecco cosa può innescare un'inversione di trend a Piazza Affari.


Le prime sedute dell'anno sono state particolarmente complesse per la Borsa di Milano. Siamo abituati, del resto, a vedere le fasi d'incertezza esprimersi con effetto leva sul Vecchio Continente.

 

L'attenzione degli investitori resta focalizzata su tre nodi, in questa fase: il petrolio, il rallentamento dei mercati emergenti, guidati dalla Cina e i timori per gli elevati livello di debito, che si rispecchiano nel significativo allargamento degli spread di credito osservato di recente. Il recupero purtroppo non sarà rapidissimo. In alcuni settori, ci vorrà tempo per ri-prezzare le aspettative di crescita degli utili in funzione degli attuali prezzi del petrolio, crollati sotto i 30 dollari al barile.

 

Cosa potrebbe innescare un'inversione di tendenza? Serve sicuramente ridurre il livello di incertezza. Siamo ancora una volta nelle mani di Mario Draghi. Un'ipotesi è che la Banca centrale europea, nell'ambito del programma di easing quantitativo, possa concedere qualche apertura sul tema degli acquisti di crediti bancari: questo, per esempio, sarebbe un segnale importante in relazione ai dubbi sulla capacità di assorbimento e gestione dei crediti deteriorati da parte del sistema bancario. Intanto, i numeri del quarto trimestre potrebbero non essere buoni per diversi istituti: i mini-tassi continuano a deprimere i margini di interesse e si avverte l'urgenza di risolvere la questione bad bank; tema del quale si discute da un anno ormai...

 

Qualche segnale positivo potrebbe arrivare invece dal fronte delle aggregazioni: ultimamente, i rumors si concentrano su una possibile operazione di Ubi o Banco Popolare con Bpm. Entrambe le ipotesi non ci dispiacerebbero. Il tema non va affrontato comunque scommettendo su un determinato titolo contro l'altro ma cercando di intuire le possibile sinergie che potrebbero scaturite da un consolidamento nel settore. Si vedrà nei prossimi mesi, probabilmente a partire da marzo.

 

Intanto è caduta una nuova tegola sul settore automobilistico. L'ipotesi di un altro diesel-gate che vedrebbe protagonista Renault ha spaventato la Borsa. Del resto, dopo la vicenda Volkswagen, dobbiamo attenderci un atteggiamento più vigile da parte dei regolatori su quanto dichiarato dalle case automobilistiche in tema di emissioni. Anche Fca, come altri player, ha subito un contraccolpo. Nei prossimi mesi, quando anche il settore automotive americano comincerà ad incorporare un rallentamento delle vendite, inizieremo a percepire una spinta verso una possibile aggregazione.

 

(*) Responsabile azionario Italia di Kairos

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